:: Recensione di Nulla resta nell’ombra di Claudia Vilshöfer (Giano editore, 2013) a cura di Elena Romanello

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nulla resta nell'ombraDopo aver popolato per anni gli schermi televisivi con gialli in salsa teutonica, sono arrivati anche in libreria gialli scritti da autori tedeschi e austriaci, per certi versi ancora più efficaci dei loro omonimi televisivi e non meno avvincenti di quelli ambientati in altre zone più classiche, come il mondo anglosassone.
Ne è un esempio Nulla resta nell’ombra di Claudia Vilshofer, dove si fa i conti con uno dei temi del giallo forse meno trattato dalla finzione, se si esclude il telefilm a stelle e strisce Senza traccia: la scomparsa di una persona e tutto quello che può avere a che fare con questo, un tema che ha dato vita a trasmissioni popolari come Chi l’ha visto ma che forse la finzione non ha ancora sviscerato del tutto, e che resta uno dei più angoscianti, forse più di un omicidio palese.
Il romanzo racconta la storia di Sarah e Mark, giovane coppia tedesca appena sposatisi, che decidono di venire in viaggio di nozze nel nostro Paese e che si trovano senza benzina su una stradina deserta della Val Bormida, in Piemonte. Mark si allontana in cerca di rifornimenti e sparisce nel nulla, Sarah inizia a cercarlo ma si scontra contro il disinteresse delle forze dell’ordine e con alcune inquietanti verità che viene a scoprire su quest’uomo di cui è innamorata ma su cui scopre di sapere relativamente poco. Mark si infatti è licenziato dallo studio fotografico in cui lavorava per alcune foto compromettenti, ha ritirato tutti i suoi soldi dal conto corrente, ma soprattutto per tutta la sua vita ha vissuto per pochi anni in vari posti, sparendo ogni volta di colpo, come se nascondesse un segreto.
Claudia Vilshofer intreccia due misteri, uno contemporaneo, legato ad un serial killer che agisce nelle colline piemontesi, tanto belle ma tanto inquietanti, e uno legato ad un fatto del passato di Mark, che non ha mai smesso di turbare la sua vita.
Il risultato è una trama tesa, intorno ad un’investigatrice per caso, Sarah, non aiutata da nessuno se non dal suo intuito, in cerca di una verità su se stessa, la propria vita e la persona con cui vorrebbe passarla, pronta a scontrarsi con chi liquida il suo caso come uno dei tanti e lei come la possibile vittima di un inganno.
A differenza di altri libri del genere, Nulla resta nell’ombra  riesce a mescolare bene le varie carte, il passato e il presente, e non porta ad un finale affrettato pur portando avanti in parallelo due trame di investigazione distinte tra di loro, accomunate solo dal fatto che in qualche modo hanno avuto a che fare con il personaggio di Mark.
Claudia Vilshofer, tedesca, descrive ottimamente il suo Paese di origine, con i suoi segreti nascosti e le sue contraddizioni, ma dà il suo meglio quando porta i suoi lettori in mezzo alle colline piemontesi, ultimamente molto amate dai tedeschi, proprio perché così diverse dalla loro madre patria, ma proprio per quello luogo estraneo e misterioso, così ricche di nascondigli e lontane da una certa idea di ordine e regolarità tipicamente teutonica.
Ma non ci sono frecciatine al nostro Paese e alla sua cultura: leggendo questo giallo anzi si potrà scoprire un aspetto che magari non si era considerato da una zona rinomata finora soprattutto per l’enogastronomia e il paesaggio, ma capace di nascondere un lato oscuro, anche in un’assolata giornata d’estate.

Claudia Vilshöfer è nata in Brasile nel 1968. Appassionatasi alla scrittura fin dai tempi della scuola, si è dedicata al suo primo libro solo anni dopo, scegliendo la strada del thriller psicologico. L’ispirazione le è venuta dalla sua attività lavorativa nel campo del turismo e dai numerosi soggiorni trascorsi all’estero. Oggi Claudia Vilshöfer vive con la sua famiglia nei pressi di Colonia. Nulla resta nell’ombra è il suo secondo romanzo.

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