:: Recensione di I giorni chiari, Zsuzsa Bánk, (edizioni BEAT, 2013) a cura di Viviana Filippini

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i_giorni_chiariI giorni chiari di Zsuzsa Bánk è un romanzo corale nel quale tutti i personaggi sono protagonisti di questo lungo film temporale della vita. Aja, Evi e Zigi, Seri, Karl e le loro famiglie sono i tanti personaggi principali di questa umana vicenda ambientata nella Germania degli anni’60. Qui, dopo un lungo periodo di pellegrinaggio, troveranno riparo Aja ed Evi. La casa dove madre e figlia vivono è nella periferia di uno sperduto villaggio di campagna. Non è un’abitazione di lusso, anzi è povera, ha gli infissi rotti e non esistono serrature alle porte e al cancello, ma questa miseria alle due giovani donne non importa, perché per Aja e sua madre ciò che conta è il solido legame d’amore che le unisce, così profondo che nulla sembra poterlo scalfire. Manca solo Zigi, il padre vagabondo, sempre in giro per il mondo a far conoscere la sua arte circense per guadagnare qualche soldo da spedire alle donne della sua vita. Lui ogni tanto torna a casa, ma per la maggior parte del tempo è in viaggio e ad Aja rimangono fitte lettere provenienti da ogni parte del globo che la madre analfabeta guarda solo senza poterle leggere. Accanto ad Aja, vittima di un brutto incidente che le lascerà segni indelebili nel corpo e nell’anima, compaiono due suoi amici: Seri e Karl. Come la protagonista, i due ragazzini hanno subìto dei traumi infantili che segneranno per sempre la loro esistenza. Seri è rimasta orfana di padre, morto all’improvviso, mentre Karl ha assistito impotente alla scomparsa del fratello salito su un’automobile e mai più tornato a casa. Accanto a loro ci sono quelle madri e quei padri che traumatizzati da ciò che è accaduto ai figli, faticano a vivere la vita in modo tranquillo. Evi è ossessionata dalla paura che ad Aja possa accadere un nuovo infortunio, la madre di Seri rimasta vedova farà di tutto per aiutare Evi a dare una degna esistenza alla figlia, il padre di Karl, dopo la scomparsa del figlio, si chiuderà sempre più in sé stesso, recidendo i legami con i familiari e con la società. I giorni chiari del titolo, corrispondenti ai momenti di intensa felicità e spensieratezza provata dai protagonisti durante la loro esistenza, fanno del libro della Bánk un romanzo di formazione, nel quale attraverso un lungo viaggio dal passato al presente scopriamo da cosa è stata caratterizzata la via di Aja e dei suoi amici. I tre ragazzi sono sì molto diversi tra loro, ma la rivelazione di alcune verità riguardanti il loro vissuto li renderà simili, tanto che tra loro si instaurerà un’amicizia così profonda e solidale che nemmeno il peggior ostacolo riuscirà a intaccarla. La voce narrante è quella di Seri e ci porta dentro al mondo di Aja dove lei stessa ha vissuto. Pagina dopo pagina si accumulano in una piacevole sequenza i ricordi, i traumi, le verità dolorose e le importanti prese di coscienza che hanno fatto diventare adulti i tre compagni, permettendogli di trovare il loro posto nel mondo, senza mai dimenticare i sacrifici compiuti da chi li ha messi al mondo e cresciuti.  Il romanzo della Bánk attua una vera e propria indagine sull’importanza dei legami tra amici e tra genitori e figli, dimostrando quanto le verità nascoste, una volta venute a galla possono cambiare per sempre l’atteggiamento verso la vita di chi le ha scoperte. I giorni chiari sono quelli dell’infanzia, sono spogli da qualsiasi dubbio e preoccupazione, essi sono momenti di pura felicità che dovranno confrontarsi e fare i conti con le disillusioni, il dolore e le incomprensioni che l’età adulta porta in dote.

Zsuzsa Bánk, nata nel 1965, dopo aver lavorato come libraia, ha intrapreso gli studi di giornalismo, scienze politiche e lettere nelle università di Mainz e di Washington. Vive a Francoforte con il marito e due figli. Il suo primo romanzo, Der Schwimmer, ha ricevuto grande consenso di critica e pubblico e numerosi premi, tra cui il Deutscher Buchpreis.

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