:: Intervista a Adrián N. Bravi autore di L’albero e la vacca, (Nottetempo editore, 2013) a cura di Viviana Filippini

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alberoCiao Adrián benvenuto qui a Liberi di scrivere per parlarci del tuo nuovo romanzo, L’albero e la vacca, edito da Nottetempo. Una storia a tratti surreale e fantastica, ma allo stesso tempo ben salda alla realtà per le tematiche familiari che affronta. Protagonista è Adamo,un ragazzino che ama arrampicarsi su un albero di tasso nei giardini pubblici di Recanati e guardare il mondo da lassù.

D. Da dove nasce l’idea di L’albero e la vacca?

R. Quando aveva otto o nove anni mio figlio ha subito un piccolissimo intervento con anestesia totale. Quando l’ho rivisto, subito dopo l’intervento, era ancora sotto l’effetto dell’anestesia e faceva un po’ ridere. Mi ha raccontato, tra le altre cose, che aveva visto una vacca bianca nella sala operatoria. Tutto è nato da quella visione lì.

D. L’atmosfera che permea la narrazione è in perenne bilico tra surrealismo e realtà. Perché il confine tra i due poli è così labile?

R. È difficile stabilire questo confine, perché non esiste, siamo noi che lo poniamo. Io cerco, entro i miei limiti, di guardare la “realtà” attraverso la finzione, ma senza fissare una distinzione tra i due piani.

D. Il protagonista si chiama Adamo, ama salire su un albero e mangiarne i frutti velenosi. Il protagonista bambino del tuo romanzo ha qualche rapporto con l’Adamo della Bibbia?

R. Non direttamente. Avrei potuto scegliere un altro nome, non sarebbe cambiato nulla. Mi piace pensare che l’Adamo di questo libro scopre per la prima volta, come l’altro Adamo, l’archetipo, le virtù consolatorie che si nascondono nei frutti del tasso. In quei piccoli frutti il bambino trova le visioni che lo riscattano dal disagio famigliare.

D. L’albero del tasso con i suoi frutti, miti e leggende cosa rappresenta per il protagonista? Un qualcosa di proibito che gli permette una fuga da un mondo che non ama?

R. Sul tasso c’è una letteratura affascinante, sempre legato alla morte. È un albero che sembra porsi al confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Non a caso si trova in molti cimiteri (suppongo stia lì per ospitare le anime dei morti prima della loro migrazione nell’aldilà). Attraverso i frutti, che si chiamano arilli, Adamo fugge dal suo mondo quotidiano, fatto di liti e conflitti famigliari. Il tasso e i suoi frutti sono un rifugio, simile a quello che trovano gli stranieri quando all’estero parlano la linguamadre: una protezione.

D. La vacca bianca che compare in più occasioni che significato ha per Adamo?

R. Significa un riscatto dalla realtà. Adamo trova nella vacca quella maternità e quella tranquillità che non riesce a trovare a casa, nella vita quotidiana. È una fuga, se vogliamo, ma allo stesso tempo è forma di salvezza.

D. Ad un certo punto della narrazione c’è un riferimento a Borges. Ti ha influenzato un po’ questo scrittore per la stesura di questo e di altri tuoi libri?

R. Per la stesura di questo libro direi di no, anche se compare a un certo punto un riferimento a “Il libro degli esseri immaginari”. Ad ogni modo, Borges è un autore che leggo da anni (mi sono anche laureato in filosofia con una tesi su Borges). Per un argentino della mia generazione è impossibile non farci i conti.

D. L’io narrante è Adamo adulto, ma quanto è rimasto in lui di quando era bambino?

R. Sì, l’io narrante è un adulto, ma lo sguardo rimane quello di un bambino che non capisce bene quello che gli sta accadendo intorno e accetta ogni cosa con un certo fatalismo, tipicamente infantile. Non giudica la decisione della madre di volersi separare dal padre, non ha gli strumenti; osserva e subisce le scelte.

D. Il mondo e l’umanità protagonista di L’albero e la vacca sono grotteschi e stralunati. Perché inserire in un contesto di questo tipo una storia che racconta il disgregarsi di un famiglia?

R. Noi viviamo in un’epoca stracarica di realtà ed esigiamo che la letteratura stessa ce la racconti in tutte le sue sfaccettature. Sembra che tutto debba fare i conti con la “verità”. Io sento il peso di questo eterno presente che ci soffoca. A me interessa osservare i tic delle persone, i loro conflitti, le loro ossessioni, ma attraverso la finzione. Credo, paradossalmente, che le storie “grottesche e stralunate” come questa possano raccontarci meglio la nostra quotidianità.

D. I genitori di Adamo, Luciano ed Enrichetta, sono due poli opposti. Cosa determina questa diversità nel piccolo protagonista?

R. In fondo i genitori sono due persone sole, ognuna triste e noiosa a modo suo. Due persone inconciliabili, e il povero Adamo cerca di fare del suo meglio, come per esempio buttare di nascosto nel sugo della pasta alcune bacche di tasso per far riconciliare i genitori, con risultati devastanti e inaspettati.

D. Luciano, storico dell’ornitologia, ha una vera e propria ossessione per degli scheletrini di plastica. Cosa significa per lui portarsi sempre appresso questo feticcio?

R. Sì, gli scheletrini sono un feticcio, un piccolo oggetto che gli ricorda, ogni volta che li vede, la condizione ultima dell’uomo. “A cosa serve litigare se questa è la fine di ciascuno di noi?” si chiede ogni tanto. E Adamo si prende cura degli scheletrini del padre.

D. Il tempo passa e Adamo cresce, ma questo comporta per lui la perdita delle persone che ama di più. Queste “mancanze importanti” cosa determinano nel protagonista?

R. Ci sono alcune morti importanti nel libro, ma, in un modo o l’altro, i morti continuano a comunicare con i vivi. Diventano una presenza costante, viva. La nonna di Adamo, per esempio, chiede al marito morto di “intercedere” affinché le zanzare non pungano il nipote; oppure Adamo che a un certo punto eredita la “moncosità” del padre, dopo la morte di questo. Insomma, le morti fanno parti del suo percorso, sono la sua vita.

D. Quale potrebbe essere la colonna sonora ideale per L’albero e la vacca?

R. Questa è una domanda davvero difficile, alla quale non so rispondere, perché non ho mai pensato a questo racconto in termini musicali. È una voce unica che narra la storia, quindi non potrei immaginarla in termini polifonici. Non so, sceglierei per alcune parti del libro il contrabbasso di Stefano Scodanibbio.

D. Quale è l’ultimo libro letto che vorresti consigliare ai nostri lettori?

R. L’ultimo che ho letto è stato La lucina di Antonio Moresco, un libro che mi è piaciuto molto, anche qua si racconta la storia di un bambino. Ieri invece ho iniziato a leggere Paradiso e inferno dell’islandese Jón Kalman Stefánsson e poi vorrei leggere Lo splendore casuale delle meduse di Judith Schalansky, so che è un bel libro.

6 Risposte to “:: Intervista a Adrián N. Bravi autore di L’albero e la vacca, (Nottetempo editore, 2013) a cura di Viviana Filippini”

  1. Avatar di wolfghost wolfghost Says:

    Difficilmente leggo romanzi, di solito preferisco i saggi (a proposito di archetipi, sto giusto finendo “Ricordi, sogni, riflessioni”, di C.G. Jung, l’avevo già letto una ventina di anni fa), tuttavia quanto trapela da questa intervista lascia intravvedere non un semplice romanzo ma qualcosa che va in profondità toccando temi non… convenzionali, diciamo 🙂 Spero che il libro di Adrián abbia il successo che certamente merita. E complimenti anche a te per la solita curata e intelligente intervista 😉

    http://www.wolfghost.com

  2. Avatar di Viviana Viviana Says:

    eccomi qui! il libro è un romanzo, ma il mondo in cui l’autore si occupa del tema della separazione tra genitori, gli effetti che essa ha sugli adulti e sul bambino che vi assiste con impotenza fanno pensare alle molte famiglie che purtroppo oggi si disgregano. Adamo è un ragazzino ma quello che gli accade lo tocca ne profondo (e tocca anche i lettori) e fa pensare a chi legge quanto certi legami siano importanti per noi… Grazie wolfghost e liberidiscrivere 🙂

  3. Profumano di nuovo – Tre grossi autori, allucinazioni e sperimentazioni | La Voce dei Librai Says:

    […] da cui si risvegliò dichiarando di aver visto una vacca bianca in sala operatoria. Lo racconta in quest’intervista, dove si fissa un punto importante di questo romanzo: il confine traballante tra la realtà e il […]

  4. Avatar di Viviana Viviana Says:

    La Voce di Librai grazie per questo messaggio! 🙂

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