Il genere gotico, nato nell’Ottocento per raccontare orrori romantici, continua ad avere i suoi stimatori, anche se ultimamente è stato edulcorato tra vampiri luccicanti e varie amenità che centrano obiettivamente poco oltre che essere di qualità discutibile. Ogni tanto però esce qualche libro contemporaneo interessante, che va ad affiancare gli imprescindibili classici di Dickens, Stoker e Le Fanu, come per esempio Eterna, libro d’esordio della spagnola Victoria Alvarez, ritratto di signora paranormale struggente e fantastico nella sempreverde Londra ottocentesca.
Annabel Lovelace perde la madre tragicamente da bambina, e cresce nella casa dello zio custode del cimitero di Highgate, che esiste davvero a Londra ed ospita nei suoi viali gotici e suggestivi le tombe di personalità come Karl Marx e le icone romantiche Christina Rossetti e Elizabeth Siddal. Con un grave problema cardiaco, Annabel si cura con sei gocce di belladonna al giorno, che la pongono in contatto con il mondo dell’aldilà e i suoi pericoli, rendendola da adulta una delle medium più famose di Londra, ma con non pochi misteri da svelare, a cominciare da quello, reale, di Jack lo squartatore, l’assassino vittoriano di prostitute la cui identità resta nella vita reale ancora ignota malgrado studi, saggi e indagini anche usando le tecniche investigative scientifiche di oggi.
Una ghost story di sapore ottocentesco, questa, debitrice ai modelli della letteratura romantica, da Le Fanu a Bram Stoker, passando per Dickens e Henry James, con una vicenda non scontata, non banale, certo poco adatta a chi preferisce ritmi più serrati e azione, omaggiando anche in questo i suoi modelli, fino ad una conclusione insolita e spiazzante, ma per fortuna originale.
Dalle pagine traspare il grande amore di Victoria Alvarez per la letteratura ma anche per l’arte, che è la sua professione visto che si è laureata e specializzata in Storia dell’arte a Salamanca. La sua è una nuova voce gotica dalla Spagna, Paese mediterraneo ma non lontano da atmosfere diverse: già Carlos Ruiz Zafon ci ha raccontato il lato oscuro di Barcellona, delle sue ramblas e dei suoi cimiteri, e le illustratrici Cris Ortega e Victoria Frances che hanno reinventato un’epoca che invece la Alvarez restituisce in maniera impeccabile, anche se con qualche concessione al romanzesco, non trascurando il sempre verde tema degli amori che durano oltre la morte, ma senza sviolinature e forzature che hanno rovinato in questi ultimi tempi una parte del romanzo di genere fantastico.
Un altro punto a favore di Eterna è che un romanzo autoconclusivo, e non l’ennesimo primo capitolo di una saga eterna che si trascinerà per vari tomi: l’autrice ha già sfornato un altro libro, Las eternas, dove invece che Londra ha scelto un’altra città emblematica, Venezia all’inizio del Novecento.
C’è da sperare di leggerlo presto: in attesa, è bello addentrarsi nella Londra vittoriana di Annabel, sospesa tra vivi e morti, in cerca di verità ed amori forse troppo forti da sopportare.
Eterna, Victoria Alvarez, Fanucci, 16 euro e 90
6 settembre 2013 alle 13:34 |
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