:: Recensione di L’enigma di Leonardo di Claudio Paglieri (Piemme, 2013)

by

enigma leonardoUn giallo colto e garbato, L’enigma di Leonardo, ultimo romanzo di Claudio Paglieri, scrittore genovese e giornalista del Secolo XIX, già autore di Domenica Nera, Il vicolo della cause perse e La cacciatrice di teste. Edito da Piemme, con protagonista il commissario Marco Luciani, il romanzo si colloca nella lunga scia di gialli che raramente virano al nero, mancando forse di cattiveria, adatti ad entrare nelle case degli italiani magari sotto forma di sceneggiati televisivi, e Genova e i suoi dintorni sarebbero un’ ottima location per una serie tv. Con le luci giuste, la musica di De Andrè e un regista non troppo omologato e conformista ne potrebbe venire un prodotto di classe.
Non è il genere che prediligo, voi che mi seguite già lo sapete, ma se Aldo Cazzullo, inviato del Corriere della Sera e scrittore, dice lapidario dell’autore: “I suoi gialli sono bellissimi, forse troppo per i gusti del pubblico; per questo non è ancora noto come meriterebbe. Presto Paglieri sarà riconosciuto per quel che è: il miglior giallista italiano.”, un po’ di curiosità è lecita.
La trama ruota intorno alla scomparsa di un antico disegno dal valore inestimabile, presumibilmente un autoritratto inedito attribuito a Leonardo Da Vinci (spunto reale, nato dal ritrovamento di un presunto Leonardo di cui troverete un’ immagine all’inizio del libro) e ai delitti che vi sembrano collegati (questi unicamente frutto della fantasia dell’autore). Tocca infatti al commissario Marco Luciani, capo della Omicidi della Questura di Genova, investigare e fare luce su questo intricato caso che inizia prima con la morte di un anziano nobile e poi con l’uccisione, presunto suicidio per l’ispettore Livasi, della sua badante polacca, un tempo sua amante. Se non fosse stato per un messaggio aperto su Facebook di una vecchia compagna di scuola, Fiammetta Sforza, tutto si sarebbe chiuso come due morti naturali, e invece la donna sospetta due omicidi legati alla scomparsa del Leonardo, per il quale ha lavorato cinque anni per stabilirne l’autenticità, e basta questo per far scattare in Luciani la molla a volere saperne di più. Ma un pericolo sovrasta il commissario, un nemico nascosto nell’ombra, perso nel buio del passato, un nemico in cerca di vendetta, una vendetta che come tutte le vendette esige di essere consumata.
Una scrittura piana e distesa, tra i suoi pregi c’è sicuramente la scorrevolezza, capitoli brevi, con titoli alternati dedicati ai vari personaggi, grande spazio alle vicende sentimentali e familiari del protagonista e di Calabrò, sono sicuramente le caratteristiche che maggiormente emergono dalla lettura. Giocato in terza persona, con un pizzico di inaspettata poesia: “Gli uomini e le donne sono dominati dall’avidità, dall’invidia, dall’ira. Mentre le stelle non hanno ipocrisie, le stelle non fingono di essere ciò che non sono. Non c’è nulla di più antico, sicuro, confortante delle stelle. Andando alla loro scoperta aveva scoperto se stesso. Perché lui era come loro, una fiamma fredda che brucia lontano.” e pennellate di folclore racchiuse in eleganti descrizioni ambientali: “Noureddine guardava Genova dal ponte del traghetto per Tangeri. Città bellissima e orribile, accogliente e crudele, città di contrasti dove era arrivato ragazzo e da dove ripartiva uomo. Le case si affollavano una sull’altra, arrampicandosi sulle colline che abbracciavano il golfo. Case bianche, rosa, gialle, alte palizzate di angiporto con i vestiti stesi ad asciugare, case squadrate con lunghi balconi coltivati a gerani, e castelli che spuntavano improvvisi, castelli leziosi fatti non per guardare ma per essere visti, non per respingerei nemici ma per ricevere gli amici della buona società.” L’enigma di Leonardo scorre piacevolmente per le sue 400 pagine, e se la trama gialla si incaglia forse in alcuni punti, dal punto di vista umano e prettamente scenico e ambientale racchiude senz’altro gradevoli sorprese. Non è un annacquato “gialletto” da spiaggia per intenderci, preferibile a molti bestseller che affollano le stantie classifiche di vendita.

Giornalista e scrittore, Claudio Paglieri è nato a Genova il 26 settembre 1965. Ha cominciato ad appassionarsi al giornalismo a 16 anni e oggi lavora al Secolo XIX. Con Piemme ha già pubblicato Domenica nera (Premio Bancarella Sport), Il vicolo delle cause perse e La cacciatrice di teste.

2 Risposte to “:: Recensione di L’enigma di Leonardo di Claudio Paglieri (Piemme, 2013)”

  1. Avatar di mariella1953 mariella1953 Says:

    Ho letto tutti i libri di Paglieri con protagonista il commissario Luciani e mi sono piaciuti molto. Non avevo visto che ne era uscito un altro,lo prenderò subito. Buona giornata

Scrivi una risposta a liberdiscrivere Cancella risposta