Da oggi, solo in formato eBook, in tutte le librerie on line, al prezzo di 2,99 Euro.
Io mi trovo bene a Parigi, in questa Parigi un po’ da ricchi e un po’ da rifugiati e un po’ da scappati di casa e un po’ alla moda e un po’ decadente e un po’ frutto di una propria elaborazione mitologica, e per ora tutto questo mi basta. La lotta no, non mi interessa più.
Un’ educazione parigina di Roberto Saporito è da oggi diponibile in formato eBook nella collana editoriale diretta da Antonio Paolacci, ePop di Perdisa Pop Editore.
Saporito si sa è uno scrittore colto e raffinato, portatore sano di una sensibilità a volte ingombrante ma mai presuntuosa e forse fuori moda. Legge di tutto, con una predilezione per la letteratura americana contemporanea, della quale oltre che estimatore è proprio un fine cultore. Non a caso Luigi Bernardi aveva scelto personalmente questo libro per la pubblicazione.
Prima di iniziare la lettura del romanzo vi trovereste a leggere una breve nota dell’autore, una specie di mappa che vi guiderà nella lettura, simile ad un faro che nelle notti di burrasca indica gli scogli ai naviganti e la giusta rotta. Il discorso sembra complesso, ma in realtà non lo è, anzi è affascinante. L’autore si è così innamorato di due personaggi dei sui libri precedenti che ha deciso di farli rivivere ancora in questo libro come due io narranti senza nome. Le storie di questi due io narranti, ambientate in massima parte a Parigi, si rincorrono di capitolo in capitolo e ogni capitolo ha un io narrante senza nome differente come protagonista: “primo io” e “secondo io” .
Come sottofondo il rumore del traffico di Parigi, lo sciabordare della Senna e queste due vite che si intrecciano, si sfiorano, respirano in un canone a due voci virtuosisticamente stilizzato. Tracce distintive riportano ai personaggi dei libri precedenti, fuggevoli ma inconfondibili; come non pensare alla bicicletta con cui il protagonista di Carenze di futuro vuole raggiungere Parigi, e la vita fluisce, tanti fotogrammi che si susseguono verso un finale che non c’è. Come nella sceneggiatura di un film francese della Nouvelle Vague, uno di quei collage esistenziali recitati pianissimo, tra voci che si rincorrono, tra il rumore cacofonico delle tazzine e i cucchiaini che tintinnano in un bar.
La scrittura di Saporito affascina, come sempre anche quando parla di cose minime, in un minimalismo suo proprio che ne fa la cifra distintiva della sua scrittura. Riflesso di quanto la psicologia dell’uomo moderno sia frammentata, quasi che i due “io” siano i volti di un medesimo personaggio, quasi da teatro dell’assurdo. Il titolo farebbe pensare ad un romanzo di formazione, ma a dire il vero i personaggi sono già formati, maturi; si limitano a vivere, a domandarsi cose, a vagare per la città fatta di zone degradate, cimiteri storici, caffè all’aperto, librerie, mercatini da strada e tetti, i magnifici tetti di Parigi.
Il resto è silenzio.
Rispondi