:: Recensione di Miradar di Ilaria Mavilla (Feltrinelli, 2012) a cura di Michela Bortoletto

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Miradar è il romanzo di esordio di Ilaria Mavilla. Miradar è il vincitore del concorso nazionale Ilmioesordio 2011 indetto dal Gruppo editoriale L’Espresso e dalla scuola Holden.
Miradar  è un albergo a ore. È un ristorante. È una discoteca. Miradar è il castello dei destini incrociati.
In questo locale che in passato ha visto giorni più felici si incontrano e si incrociano le storie di Margherita, Marilù, Barbara, Clarissa e Sugar.
Sugar, il proprietario del Miradar che passa la sua vita cercando di tenere a galla il locale della defunta madre e chattando con sconosciute incontrate attraverso siti di agenzie matrimoniali.
Margherita, trent’anni e senza lavoro, si ritrova assunta come ballerina al locale. Danza seminuda sotto un crocefisso illuminato. Il fidanzato in America e un sogno nel cassetto: pubblicare un romanzo che sembra non riuscire a compiersi mai.
Marilù, vera e propria prostituta, vive al Miradar ormai da anni. Ha parecchi clienti ma nessuno le è affezionato come Pepi, un uomo triste che ha perso la moglie in un tragico incidente e che chiede a Marilù di vestire i panni della defunta compagna di vita. Marilù si traveste quindi in Giovanna, un po’ per lavoro, e tanto per compassione e affetto verso Pepi.
Barbara, ragazza madre rumena che è riuscita a scappare dal suo aguzzino nonché padre di suo figlio. Ma la minaccia è sempre lì, dietro l’angolo. Passa la vita in fuga tra una città e l’altra dell’Italia, accumulando faticosamente i propri risparmi in un barattolo di latta per riuscire ad andare lontano e poter vivere finalmente serena e tranquilla con il suo figlioletto.
Clarissa, un fidanzato  violento che non riesce a lasciare, tanti debiti e il sogno di fuggire lontano.
Cinque persone, cinque anime diversamente ferite che approdano al Miradar. Per qualcuna di loro sarà il porto di arrivo. Per altre solo un nuovo punto di partenza.
La prima opera narrativa di Ilaria Mavilla è asciutta ed essenziale. In poche righe delinea i tratti fondamentali dei personaggi. Non un dettaglio di più, non un dettaglio di meno.
Alcune storie si chiudono in un finale irreversibile. Altre, come quella di Clarissa, si aprono alle incertezze del futuro, sono delle opere incompiute. D’altra parte, attraverso la voce di uno dei suoi personaggi, è Mavilla ad aver scritto: “Le opere compiute sono perfette ma morte.”[1]


[1] I. Mavilla, Miradar, Milano, 2012, pag. 118

4 Risposte to “:: Recensione di Miradar di Ilaria Mavilla (Feltrinelli, 2012) a cura di Michela Bortoletto”

  1. Avatar di davide ferrari davide ferrari Says:

    “Le opere compiute sono perfette ma morte.” …in perfetto accordo, la vita è un cantiere in continuo evolversi. mi incuriosisce, lo metto tra gli acquisti di novembre. ciao 🙂

  2. Avatar di Michela Michela Says:

    Bene..sono felice che la mia recensione abbia fatto nascere in lei la curiosità di leggere questo libro! Spero non la deluda!

  3. Avatar di Marco Marco Says:

    bella recensione

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