E ogni tanto un po’ di lotta, cazzotti e risse aiutano a conoscere meglio la Storia! Si comincia dalla Fine in Invctus di Simone Sarasso, perché il lettore, messo nella posizione del vescovo Eusebio, vive un lungo flashback che lo porterà indietro nel tempo alla scoperta della formazione e della vita del grande imperatore figlio di Costanzo e della stabularia Elena. Tutta una vita scorre davanti agli occhi di chi legge in un rapido susseguirsi di eventi che, oltre a raccontare le gesta pubbliche e belliche facenti parte della Storia, ci portano in contatto con la dimensione privata di un uomo, Costantino, il quale a suon di colpi di gladio e guerre riuscì a conquistare il potere imperiale. Invictus è la vetrina letteraria delle formazione culturale, religiosa e politica di Costantino e del suo un cammino di crescita caratterizzato dal rapporto di fiducia e rispetto con il fidato istruttore Lattanzio. Non mancano il contatto diretto con la violenza e con la morte sul campo di battaglia o ancora le argute strategie politiche e militari che permisero all’ex ragazzino a volte un po’ avulso – Sarasso lo presenta spesso e volentieri con la bocca spalancata un po’ per stupore e un po’ per perplessità- di diventare un adulto saggio, forte, coscienzioso e potente. Ecco scorrere pagina dopo pagina armature, polvere, sudore e sangue che richiamano alla memoria i film con protagoniste le gesta degli imperatori romani e le loro legioni. Poi, c’è il viaggio nella dimensione più intima dell’imperatore, un percorso costruito con sapiente capacità narrativa da Sarasso che accompagna noi lettori dentro all’anima del grande sovrano, facendoci conoscere il ragazzo profondamente legato alla madre, ma anche l’uomo follemente innamorato della moglie Fausta –sposata per amore e non per ragioni politiche o militari – e ancora il sognatore – qui ho pensato subito all’affresco di Piero della Francesca con il Sogno di Costantino ad Arezzo, appartenete alle opere dedicate alla Storia della vera croce– che si converte a Cristo mettendo sui vessilli romani a fianco dell’Aquila la Croce. Il Costantino di Simone Sarasso è un uomo epico e allo stesso tempo evidenzia una capacità riflessiva maggiore rispetto ad altri suoi coprotagonisti, un elemento che gli dona equilibrio e determinazione, ma come ogni individuo umano, in lui sono presenti fragilità e fantasmi che lo tormenteranno -Trachala- fino alla fine. Questi spettri interiori sono quelli che, nei momenti di maggiore rabbia e lotta, indurranno Costantino a compiere gesti di violenza inaudita contro i nemici e pure verso le persone legate a lui da vincoli di sangue. Invictus è un bel romanzo storico, nel quale Sarasso ripercorre le tappe storiche della via di Costantino il Grande, le grandi battaglie da lui compiute (Saxa Rubra a Ponte Milvio ne sono un esempio) e l’organizzazione nel 325 d.c. del Concilio di Nicea voluto con forza per porre fine alle sanguinose dispute tra i cristiani. La Storia e la storia dell’imperatore sono condite da un linguaggio duro, essenziale, molto simile al nostro parlato, che dal mio punto di vista permette al lettore di calarsi dentro Invictus sentendosi vicino ai personaggi vissuti molti secoli prima. Questo ci permette da un lato, di capire e conoscere usi, costumi ed eventi dell’antico mondo dal quale provengono i soldati, le donne e gli uomini che ruotano attorno al grande imperatore e, dall’altro, di sentirci emotivamente partecipi delle imprese del grande guerriero Costantino.
Simone Sarasso, classe ’78, vive a Novara. Scrive storie nere per la narrativa, i fumetti, il cinema e la TV. Ha pubblicato racconti in diverse antologie e collabora con «Carmilla», «MilanoNera Web Press», «Satisfiction», «Film TV». Ha pubblicato per Marsilio i primi due romanzi di un trittico noir sui misteri e le trame della Storia d’Italia dal dopoguerra a Tangetopoli: Confine di Stato (2007, finalista al Premio Scerbanenco) e Settanta (2009). United We Stand, futuro ideale della trilogia, è la sua prima graphic novel.
2 novembre 2012 alle 10:58 |
Una domanda che pongo sempre quando leggo recensioni di libri a sfondo storico: nello scrivere il libro, l’autore, si è basato su fatti reali o del tutto inventati?
2 novembre 2012 alle 13:46 |
Ciao Nasmadie
nei romanzi storici di solito c’è sempre un mix di realtà e finzione. Chi scrive mescola il vero al verisimile, soprattutto nei dialoghi, o per rendere più intrigante la narrazione introduce personaggi fittizi con i quali i personaggi realmente esistiti dialogano e agiscono. Il tutto rende la narrazione piacevole e coinvolgente e romanzata, diversa dal saggio o dal tipico libro di storia che espone i fatti in modo meccanico.
Nel caso di questo romanzo su Costantino, la Storia vera c’è per fatti e personaggi e a confermare il radicarsi nel passato concreto da parte dell’autore la presenza di una bibliografia finale con i libri e le fonti storiche dalle quali Sarasso ha attinto…basta fare un confrotno con un manuale di storia per trovare conferma del suo attingere dalla realtà passata…
Spero di aver risposto adeguatamente a presto
Viviana