Chissà se i creatori di Forrest Gump conoscevano la vita di Luois Zamperini quando scrissero la sceneggiatura del pluripremiato film (6 Oscar) di Robert Zemeckis con Tom Hanks . Certo è che Louis Zamperini, – classe 1917- è il protagonista di Sono ancora un uomo della giornalista Laura Hillenbrand, autrice di una biografia che con abile scioltezza narrativa ci racconta l’intera vita di questo eroico italoamericano. Nel 1943 Zamperini, figlio di immigrati italiani e pilota di aerei americani durante la Seconda Guerra Mondiale, si ritrovò su un canotto di salvataggio in mezzo all’oceano Pacifico dopo che il suo bombardiere si inabissò causando la morte della maggior parte dell’equipaggio. Zamperini e gli unici altri due sopravvissuti (Russel Allen “Phil” Phillips e Francis “Mac” McNamara) percorsero 3200 chilometri sul gommone difendendosi dagli squali, soffrendo la fame e la sete, per finire prigionieri dei giapponesi. Nel campo di prigionia a Ofuna Zamperini rimase fino alla fine della guerra e come gli altri deportati, l’aviatore sopportò la fame, la malattia, le estreme violenze fisiche e psicologiche che i brutali aguzzini – primo fra tutti l’Uccello Watanabe – praticavano loro con cinismo e senza motivazione. Il tutto unito al dolore per la morte dei compagni sul campo di battaglia e in quello di prigionia e al timore di non veder mai finire la guerra. Ciò che è esemplare di questa vita di soldato è anche il difficile cammino di rinascita di Zamperini dopo la fine del conflitto mondiale e il suo reinserimento all’interno della vita sociale americana. L’aviatore italoamericano tornato a casa si sposò nel 1946 con Cynthia Applewithe, ma a causa degli incubi che lo perseguitavano la sua vita privata e pubblica fu minata per un lungo periodo di tempo da vere e proprie difficoltà di relazione con l’adorata consorte e con gli altri. Poi, il ricordo di una promessa fatta a Dio quando si trovava sul canotto in mezzo all’oceano Pacifico, unita ad una impressionante forza di volontà, alla fede e all’amore dei suoi cari portarono Zamperini a diventare un uomo nuovo. Conoscere nelle pagine di Sono ancora un uomo la vita di Zamperini diventa per il lettore una vera e propria avventurosa odissea attraverso l’adolescenza irrequieta e scapestrata del protagonista nella californiana cittadina di Torrance, seguita da una corsa alle Olimpiadi di Berlino del 1936, arrivando alle Seconda Guerra Mondiale con la deportazione nei campi di prigionia giapponesi fino ad arrivare alla liberazione e alla definitiva rinascita. Il libro della Hillebrand oltre a raccontare la vita di un uomo ricostruisce una serie di eventi dei quali Zamperini e tanti altri soldati furono protagonisti, portando alla luce le drammatiche condizioni degli internati nei campi di prigionia in Giappone. Louis, come è accaduto a molti reduci, è sì tornato a casa, ma se con il passare del tempo le ferite fisiche sono guarite, non sempre lo si può dire di quelle dell’anima, che in molti casi sono diventate cicatrici indelebili che gli ex combattenti hanno portano nelle loro vite per sempre. Per questa ragione è importante conoscere le storie di chi è stato al fronte – e con questo libro la Hillenbrand ne da un esempio – per mantenerne viva la memoria e per far sì che gli errori del passato non vengano più compiuti. Per certi aspetti le vicende riguardanti Zamperini potrebbero ricordare a chi leggerà questo libro, scene di film bellici, ma ogni evento raccontato, ogni persona citata e violenza subita o vista, sono marchi appartenenti ad una realtà realmente accaduta tra il 1939 e il 1945. Un dramma universale che non deve essere dimenticato. La vita di Zamperini è sempre stata una corsa, una vera e propria gara per il vivere che il protagonista ha ottenuto grazie al suo coraggio dimostrando di “essere ancora un uomo”, non solo perché sopravvissuto alle tremende angherie dei suoi carcerieri (Watanabe lo picchiava con la fibbia della cintura usata come un frusta), ma per essere riuscito – e in questo caso sono pochi gli individui che conseguono un atto simile- a perdonare il suo acerrimo e brutale aguzzino Watanabe. Zamperini è l’esempio di un eroismo umano umile e allo stesso tempo grandioso che ti fa capire quanto sia importante vivere e combattere per essere uomini e donne libere, perché dopo una dolorosa caduta è possibile rialzarsi e ricominciare a vivere.
Laura Hillenbrand è una giornalista e scrittrice americana. Prima del libro dedicato a Louis Zamperini ha scritto il best seller Seabiscuit, an American Legend dal quale è stato tratto l’omonimo film del 2003 con Tobey Maguire.
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