Nella vita di una grande scrittore arriva sempre un momento in cui fare i conti con se stesso, in cui guardarsi indietro, analizzare ciò che si è scritto e ciò che si avrebbe voluto scrivere. Ma non solo. È un momento nel quale ci si interroga anche sul proprio metodo creativo e lo si confronta con quello di altri esimi colleghi.
Questo momento è arrivato anche per il premio Nobel del duemilasei Orhan Pamuk che con il suo Romanzieri ingenui e sentimentali ci trascina nel suo mondo fatto di letture e scrittura.
Creato in occasione delle prestigiose Norton Lectures all’Università di Harvard, questo breve libricino ha il merito di far capire al lettore quali sono gli spunti da cui Pamuk trae l’ispirazione, quali letture hanno influenzato la sua vita e cosa significa per lui leggere un romanzo: “Leggere un romanzo significa guardare il mondo con gli occhi, la mente e l’anima dei suoi personaggi.” Dei personaggi e non dell’autore! Pamuk infatti ci tiene a distinguere nettamente la sua vita, la sua biografia da quella dei suoi personaggi, nonostante molti suoi lettori finiscano col confondere le due storie.
Romanzieri ingenui e sentimentali è un’opera breve ma intensa, in cui Pamuk parla di tecnica della creazione, di rapporti personaggi-autore in maniera molto scorrevole e piacevole portando ogni volta a sostegno delle proprie tesi esempi tratti dai più grandi romanzi della letteratura mondiale come Anna Karenina e Il rosso e il nero.
Romanzieri ingenui e sentimentali è allo stesso tempo tecnico e narrativo. È sicuramente un’opera adatta agli studenti di letteratura, agli aspiranti scrittori e ai lettori appassionati di Pamuk. Non è un romanzo, non è una storiella, è il mondo di Pamuk. E solo chi ha letto i suoi romanzi può apprezzarlo pienamente.
26 aprile 2012 alle 22:37 |
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:: Recensione di Romanzieri ingenui e sentimentali di Orhan Pamuk (Einaudi, 2012) a cura di Michela Bortoletto « Liberi di scrivere…