:: Un’ intervista con C.M. Palov autrice de La città perduta dei Templari

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Ciao Chloe. Grazie per aver accettato la mia intervista e benvenuta su Liberidiscrivere. Raccontaci qualcosa di te. Chi è C. M. Palov? Punti di forza e di debolezza.

Ciao Giulia, sono davvero felice di concedere questa intervista. Hmm, la tua prima domanda mi sta dando una bella occasione, altrimenti CM Palov potrebbe eventualmente essere la scrittrice più solitaria del pianeta. Sto scherzando, naturalmente, ma sono un po’ un lupo solitario quando si tratta della mia scrittura. Che è una stranezza in questo tempo in cui tutti sono cosi ‘collegati’. Vorrei dire che la perseveranza è la mia più grande forza, ed è stata davvero messa alla prova negli anni in cui stavo lottando per fare pubblicare il mio primo libro. Per quanto riguarda la mia più grande debolezza, sono quasi imbarazzata ad ammettere che sono disperatamente dipendente dalla caffeina. Anche se il caffè è una debolezza per la maggior parte degli scrittori, ho tentato, e fallito, in numerose occasioni di smettere questa abitudine. Ma la speranza è eterna…

Raccontaci qualcosa del tuo background, dei tuoi studi, della tua infanzia.

Sono nata e cresciuta a Washington DC, e per questo motivo, è la città con cui maggiormente mi identifico. I miei anni formativi sono stati molto tipici, molto middle-class: mio padre era un contabile nel governo federale e mia madre era un ingegnere di sistemi informatici nel settore della difesa. Crescendo, ho trascorso molto tempo in molti musei di Washington, quegli immensi spazi, così scenografici, mi hanno sedotto. Inoltre, durante la mia giovinezza, sono rimasta basita dalla biblioteca pubblica. In realtà, il mio primo lavoro (quando avevo 15 anni) è stato quello di presentare riviste e giornali nella sala periodici della biblioteca. Più tardi, quando sono andata all’università, ho conseguito la laurea triennale in Storia dell’Arte. Fu in questo periodo che ho iniziato a viaggiare molto in Europa e ho acquistato il terzo amore della mia vita – le chiese medievali. Questa trinità – musei, biblioteche e chiese – è sempre presente nei miei libri.

Che lavori hai svolto in passato prima di diventare scrittrice a tempo pieno?

Una domanda migliore potrebbe essere questa: che lavoro non hai svolto? Dal momento che ti ho già parlato del mio primo lavoro in biblioteca, ecco l’elenco: apprendista falegname,  modella in un grande magazzino;  segretaria d’ospedale; guida in un museo d’arte, insegnante di inglese a Seoul, in Corea, ed esaminatrice in una compagnia di assicurazioni.

Quando hai capito che avresti voluto essere una scrittrice? Qual è il momento in cui hai capito che la passione della scrittura si stava trasformando in un vero lavoro?

Quando ero una bambina, sognavo sempre di diventare una giornalista e di viaggiare in luoghi esotici e zone dilaniate dalla guerra. Alla luce di queste fantasie, inventavo storie di folli avventure e costringevo i bambini del vicinato a impersonarle. Tuttavia, nonostante queste fantasie infantili, non ho mai davvero preso in seria considerazione l’idea di diventare una scrittrice. In realtà, ho sempre sottovalutato le mie capacità di scrittura e non ho speso  tempo ad affinare il mio talento grezzo. Almeno non fino a quando sono diventata adulta ed un amico, piuttosto inaspettatamente, mi disse: “Dovresti diventare uno scrittore come Robert Ludlum.” Mentre il commento mi colse di sorpresa, è anche rimasto con me per molti anni; un piccolo seme che ho nutrito. E ‘stato mentre stavo lavorando duramente facendo il mio lavoro preferito almeno per quel periodo (presso la compagnia di assicurazione a Miami, Florida) che ho avuto la mia epifania. Un giorno mi sono semplicemente alzata dalla mia scrivania, sono uscita dal palazzo, sono saltata in macchina, e non sono più tornata. E’ stato il punto di non ritorno, il seme che è  finalmente germogliato nel suolo. Durante il ritorno a casa, ho avuto chiaro nella mia mente l’idea di diventare uno scrittore. Non dimenticherò mai l’euforia che ho provato una volta che ho preso questa importante decisione, è stato come se un peso di piombo fosse stato rimosso dalla mia anima.

Raccontaci qualcosa del tuo debutto. La tua strada verso la pubblicazione. Hai ricevuto molti rifiuti?

La strada della pubblicazione è stato un lungo e tortuoso sentiero, infatti, sono trascorsi dieci anni  prima di raggiungere quella destinazione molto desiderata da ogni scrittore– vedere messo in vendita il mio primo libro. Dopo aver lasciato il mio lavoro a Miami, mi sono trasferita in una vecchia fattoria in West Virginia. Ho volutamente fatto in modo che potessi portare avanti la mia scrittura senza distrazioni. Ritengo che questi dieci anni presso l’agriturismo siano stati il mio apprendistato per la scrittura. E, sì, ci sono state molte lettere di rifiuto da parte degli editori e degli agenti lungo la strada. Se non altro, quelle lettere di rifiuto hanno rafforzato la mia determinazione a diventare uno scrittore pubblicato. Ma c’è anche un lato positivo, in quegli anni ho potuto imparare il mio mestiere senza la pressione di una scadenza appesa sopra la mia testa. Poiché non avevo mai fatto un corso di scrittura, avevo bisogno di quei dieci anni per affinare le mie capacità di scrittura e imparare tutto quello che potevo sul processo creativo. L’errore che ho fatto è stato di cercare la mia strada in una serie di differenti generi di fiction che, a posteriori, mi rendo conto non erano adatti ai miei talenti o interessi. Una volta che ho cominciato a scrivere di argomenti esoterici (che da tempo mi affascinavano), sono finalmente riuscita ad ottenere un agente letterario che poi molto velocemente ha venduto il mio primo libro, Ark of Fire (il primo libro della serie dei Templari).

Qual è la tua parte preferita del processo di scrittura?

Curiosamente, mi piace ogni fase del processo: la ricerca, la stampa, la scrittura, la modifica e, sì, anche le revisioni. Anche se la produzione di un libro ben scritto certamente necessita della fiamma creativa. Questa è una sensazione molto soddisfacente.

Cosa ti ha ispirato a scrivere La città perduta dei Templari (The Templar’s Quest)? Qual è stato il punto di partenza nel processo di scrittura?

La città perduta dei Templari è un libro per il quale l’ispirazione originale è insolitamente  provenuta dal mondo visivo, piuttosto che dalle pagine di un libro di storia (dove traggo la maggior parte della mia ispirazione). Diversi anni fa, ero a Parigi durante i mesi estivi e ho assistito ad una delle più belle vedute della mia vita – il sole al tramonto perfettamente inquadrato nel centro del Grande Arche. Questa potente immagine mi ha spinto a ricercare l’ ‘asse sacro’ che va dal Louvre, lungo gli Champs-Élysées, che si conclude al Grande Arche. I misteri esoterici che circondano il ‘asse sacro’ di Parigi sono il cuore pulsante di La città perduta dei Templari.

Puoi dirci qualcosa sulla trama di questo libro senza rivelarci il finale?

In poche parole, un gruppo di scienziati del 21 ° secolo, discendenti degli ufficiali nazisti delle SS, tentano di utilizzare la teoria della relatività generale di Einstein per alterare il continuum spazio-temporale in modo che possano cambiare l’esito della Seconda Guerra Mondiale. Intrecciati a questa vicenda ci sono misteri esoterici che coinvolgono i Cavalieri Templari, i Catari medievali, e gli antichi Egizi.

Raccontaci i personaggi principali del libro.

Questo libro è unico (in relazione agli altri libri della serie dei Templari), perché ci sono due protagonisti maschili: Finn McGuire, un soldato americano delle forze speciali, e Caedmon Aisquith, un ufficiale dell’ intelligence britannica e studioso medievale. Non solo Finn e Caedmon sono profondamente differenti l’uno dall’altro, ma le loro personalità e il loro modo di risolvere i problemi si scontrano violentemente. Inoltre, essi utilizzano metodi opposti . Al fine di sconfiggere gli antagonisti, comunque soldato e spia dovranno mettere da parte le loro differenze e unire le forze. E, sì, alla fine eventualmente possiamo avere quello che in America chiamiamo un ‘bromance’.

Quanto tempo è durato il processo di scrittura di La città perduta dei Templari?

Come con tutti i miei libri, il processo di scrittura ha richiesto un intero anno solare. Per i primi 5 mesi, faccio ricerche. Questo periodo poi è seguito da 6 mesi di scrittura, e l’ultimo mese lo trascorro a modificare il manoscritto.

Quanto è importante un buon titolo? Raccontaci le origini del titolo La città perduta dei Templari .

I titoli sono fondamentali dal momento che, insieme alla copertina, è la prima introduzione di un autore ad un lettore. Detto questo, è stato il mio editore che ha deciso di utilizzare il tag ‘Templari’ per il secondo libro della serie e da quel momento è stato sempre con me (The Templar’s Code, The Templar’s Quest, The Templar’s Secret). Anche se devo dire che in un primo momento ho fatto delle resistenze, poi ho capito che la parola leggendaria ‘Templari’ trasmetteva ai lettori in modo molto efficace l’idea di un mistero medievale esoterico.

Ti capita mai di usare eventi reali e storici nelle tue storie, o è solo fantasia?

Le mie trame sono una combinazione delle due cose, anche se per uno scrittore di fiction, includo una enorme quantità di dati storici nei miei libri. In particolare mi piace usare retroscena nella creazione di eventi reali di ogni personaggio in quanto ciò aggiunge maggiore profondità e dimensione. Un esempio di questo è la storia dietro l’antagonista Ivo Uhlemann e la sua infanzia nella Germania nazista che descrivo in dettaglio utilizzando veri e propri eventi storici.

In La città perduta dei Templari, quale è stato il personaggio più difficile da scrivere e perché? Quello più semplice e perché?

Di gran lunga, il personaggio più difficile da scrivere è stato l’assassina Angelika Schwarz per il semplice motivo che lei è una vera psicopatica, non solo è incapace di provare rimorso, ma è sessualmente eccitata dal dolore. Questi tipi di menti oscure sono sempre difficili, perché mi costringono ad andare in luoghi bui per dare vita al personaggio sulla pagina scritta. Al contrario, il personaggio più facile per me da scrivere è stato il protagonista Caedmon Aisquith perché su molti livelli io e lui siamo simili, il nostro temperamento e i nostri interessi sono strettamente vicini. E ‘abbastanza facile per me entrare nella testa di Caedmon. Una buona cosa perché è in tutti i libri della serie dei Templari.

Quanti libri sono previsti per la serie? Oppure si tratta di un standalone?

La città perduta dei Templari è in realtà il terzo libro della serie. Tuttavia, poiché si tratta di un prequel, può essere considerato il primo del blocco. Pochi giorni fa, ho finito le revisioni del quarto libro, The Templar’s Secret, e molto presto inizierò a lavorare sul quinto. Non ho un certo numero di libri previsti per la serie. Finché i personaggi e le trame attireranno il mio interesse, continuerò la serie.

Che tipo di ricerche hai fatto per il tuo libro?

Per La città perduta dei Templari, come con tutti i miei libri, ho fatto un enorme quantità di ricerche, infatti, faccio ricerca molto più di quanto possa poi usare nel romanzo. In genere, ho letto tra i 25-30 libri di ricerca prima di iniziare a scrivere. Inoltre, quando è possibile, viaggio per i luoghi che descrivo e ciò mi aiuta in particolare nel coreografare le scene di inseguimento.

Che ruolo svolge Internet nella scrittura, ricerca e marketing dei tuoi libri?

Internet è infatti indispensabile per controllare i fatti. Mi chiedo sempre cosa facevano gli scrittori prima della nascita di Google? E ‘così molto più veloce verificare un nome, una data o un luogo con pochi click sulla tastiera piuttosto che sfogliando le pagine di un tomo polveroso. Anche se tutta la mia ricerca ‘sostanziale’ è fatta alla vecchia maniera, con una pila di libri e un blocco di carta. Perché io non sono presente nei social network (sempre per colpa del mio carattere solitario), non uso internet per la commercializzazione di miei libri, che è un difetto, lo so. Probabilmente avrei dovuto elencare ‘la mia fobia per i social network ‘ come uno dei miei punti deboli.

Ritieni che il tuo stile sia cinematografico? Ci sono film in generale o un film in particolare che ha influenzato lo stile o la sostanza del tuo lavoro? Ci sono attualmente in corso progetti di film tratti dai tuoi libri?

A causa del mio background in storia dell’arte, mi considero una persona visiva. Quando scrivo una scena, sono in grado di immaginare l’impostazione tutta nella mia mente e che potrebbe spiegare perché il mio lavoro tende ad essere molto cinematografico. E mentre il cinema è una mia passione, vorrei dire che la sua influenza è più generale che specifica. Finora, non ci sono progetti cinematografici in cantiere, ma le mie dita sono incrociate.

Cosa stai leggendo in questo momento?

Attualmente sto leggendo tre libri differenti: Science and the Akashic Field di Ervin Laszlo; Drift: The Unmooring of American Military Power di Rachel Maddow, e The Green Man di Kingsley Amis.

Hai moltissimi fan. Qual è il tuo rapporto con lettori? Come possono entrare in contatto con te?

I lettori possono contattarmi attraverso la mia pagina web http://www.cmpalov.com. E rispondo a tutte le mie e-mail. In realtà, proprio una query di un mio lettore mi ha spinto a scrivere il prequel La città perduta dei Templari. Il lettore in questione ha voluto sapere perché (nel primo libro) il mio protagonista Caedmon Aisquith, che è uno studioso dei Templari, aveva scritto un libro sulla dea egizia Iside. La risposta a questa domanda è presente nel prequel.

Leggi le recensioni dei tuoi libri?

No, mai. Un giornalista mi ha mandato le recensioni del mio primo libro. Anche se quel libro è stato ben accolto, mi innervosiva leggere le recensioni. Non ho mai neanche digitato su Google il mio nome o i titoli dei miei libri. Il solo pensiero mi manda un brivido lungo la schiena.

Verrai in Italia per presentare i tuoi romanzi?

Mi piacerebbe viaggiare in Italia per presentare i miei libri ai lettori. L’Italia è uno dei miei paesi preferiti da visitare. La cultura è incredibile, c’è bella gente, una cucina squisita. . . quando volete che arrivi?

Infine, l’inevitabile domanda: a cosa stai lavorando ora?

Ho appena iniziato le ricerche per il quinto libro della serie, che approfondiranno le origini del male, in particolare esaminando gli angeli caduti partendo dal Libro della Genesi, la possessione demoniaca, e i culti satanici. Un argomento oscuro, ma affascinante.

La nostra recensione: qui

5 Risposte to “:: Un’ intervista con C.M. Palov autrice de La città perduta dei Templari”

  1. Avatar di Iannozzi Giuseppe Iannozzi Giuseppe Says:

    Sinceramente non ce la faccio più tra filmettini e libri sui Templari. Sono diventati peggio dei vampiri che infestano le librerie, e soltanto quelle purtroppo.

  2. Avatar di Shanmei liberdiscrivere Says:

    Ci mancherebbe che i vampiri circolassero a piedelibero 😉 Questo è divertente fidati.

  3. Avatar di Sconosciuto :: Recensione di La città perduta dei templari di C.M. Palov (Newton Compton 2012) a cura di Viviana Filippini « Liberi di scrivere Says:

    […] nostra intervista all’autrice: qui Share this:TwitterFacebookLike this:LikeBe the first to like this […]

  4. Avatar di Quaranta Carmine Quaranta Carmine Says:

    Devo dire sinceramente che La città perduta dei Templari è un grandissimo romanzo, ti trasmette una grande emozione mentre lo leggi, adrenalina allo stato puro, cosa che ho provato soltanto leggendo i libri di Dan Brown. A mio giudizio la scrittrice è degna di figurare accanto ai più grandi autori americani (Dan Brown e Katherine Neville, per citare due scrittori che trattano gli stessi argomenti nei loro romanzi). A questo punto non mi resta che sperare che vengano tradotti in italiano anche gli altri romanzi del ciclo : The templar’s Code, Store’s of Fire, Ark of Fire, tutti bellissimi e sullo stesso filone de La città perduta dei templari; speriamo che la Newton Compton li voglia e li possa tradurre.
    Comunque non conoscevo C.M. Palov, del resto non mi risulta che fosse stato tradotto qualcosa in italiano, ed è stata una piacevole scoperta!!.

  5. Avatar di friendOftheEarth (@EarthFr1end) friendOftheEarth (@EarthFr1end) Says:

    Mi piace il suo personaggio Caedmon, affascinante e tenebroso, ricerca fine, dettagliata e non approssimativa, il genere che preferisco

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