“L’ultimo lupo mannaro” di Glen Duncan: 480 pp., prezzo di copertina €16,90 [ISBN, 2011].
Gli appassionati di vampiri e lupi mannari si erano ormai rassegnati a vedere le loro amate creature dell’orrore ridotte a icone glitterate del paranormal romance, la versione aggiornata e fantastica dei romanzi rosa di una volta. Tutta colpa di Twilight (2005) e del suo enorme successo (abbastanza inspiegabile, visto che la Meyer scopiazza a destra e a manca). Be’, si sbagliavano.
Le creature immaginarie, lo sappiamo, si prestano a mille reinterpretazioni, ognuna di per sé legittima. E il britannico Glen Duncan (Bolton, 1965) con L’ultimo lupo mannaro riesce in un’impresa che molti credevano per l’appunto impossibile: ridare credibilità e vitalità agli uomini lupo, sottraendoli alle storie d’amore teenager-oriented per riportarli nel loro ambito naturale, l’orrore.
Perché di vero horror si tratta, seppure scritto con uno stile letterario, ricco di citazioni e allusioni, divertito e autoironico. Un horror con solide venature filosofiche ed erotiche: insomma, uno splendido banchetto per noi affamati lettori, perennemente alla ricerca di qualcosa di valido e originale.
Primo di una trilogia i cui diritti cinematografici sono già stati acquisiti dai fratelli Scott (Ridley e Tony), gran parte del romanzo è narrata in prima persona dal bicentenario Jacob Marlowe, l’ultimo lupo mannaro rimasto in vita. Tutti i suoi simili, infatti, sono stati sterminati dal WOCOP, un’associazione paramilitare segreta il cui scopo è dare la caccia alle creature soprannaturali (vampiri esclusi, giacché con loro hanno stipulato un proficuo accordo).
Finora Jacob l’ha sempre fatta franca, grazie anche all’aiuto del fedele Harley – membro del WOCOP ma suo amico da sempre, poiché gli deve la vita –, ma adesso è stanco di tutto e di tutti. Stanco di scappare e stanco della vita da uomo lupo, tutta imperniata sulla mensile trasformazione in bestia affamata di vite umane. A proposito, Jacob finora ha ne ha divorate circa 1.650, assimilandone dentro di sé i ricordi.
Altra ossessione licantropesca è quella del sesso. Vista la mancanza di un’esponente femminile della propria specie con cui accoppiarsi (un misterioso virus impedisce il contagio delle donne), Jacob è costretto a ricorrere a costose escort, pur di saziare i suoi appetiti animali.
Sì, perché la prima vittima del nostro poco fortunato eroe – aggredito per sbaglio da un lupo mannaro durante una scampagnata nei boschi – è stata proprio l’adorata moglie, per di più incinta di suo figlio (unica possibilità per lui di diventare padre, giacché i licantropi sono sterili), dopodiché ha deciso di rinunciare per sempre all’amore.
Arrendersi, quindi, e farla finita. Questa i progetti di Jacob, che saranno però imprevedibilmente scombinati da molti colpi di scena. I cacciatori del WOCOP, infatti, non gradiscono vincere facile, mentre i vampiri per qualche misteriosa ragione lo vogliono vivo e, come se non bastasse, forse Jacob non è davvero l’ultimo della sua specie…
Di più non diciamo per non rovinare la sorpresa al lettore, ma è evidente che qui abbiamo roba ben più sostanziosa dei soliti romanzetti per young adults e che i lupi mannari di Duncan, assassini, amorali e dotati di una fortissima carica sessuale, poco o nulla hanno a spartire con quelli della Meyer e molto col superuomo di Nietzsche.
Da segnalare il sito dedicato della casa editrice: http://isbnedizioni.it/l-ultimo-lupo-mannaro/, dove tra le altre cose troverete le informazioni per partecipare a un interessante concorso. In palio un soggiorno alla Buchmesse di Francoforte, dal 14 al 16 ottobre 2011, e la possibilità di pubblicarne il reportage su Rolling Stone. Non dovrete fare altro che scrivere l’incipit del secondo capitolo della trilogia. E non perdetevi neppure il sito del WOCOP: http://www.thelastwerewolf.org/
Valentino G. Colapinto
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