Le bestie Kinshasa Serenade, edito da Momentum Edizioni, giovane casa editrice di Milano diretta da Massimo Di Gruso, e scritto con combattiva passione dallo scrittore Lorenzo Mazzoni, è sicuramente un libro che farà discutere o per lo meno aprirà gli occhi di molti sulla situazione vissuta in Congo, sulla drammatica realtà e sulle atroci ripercussioni di uno dei più cruenti conflitti dimenticati dell’Africa. Conflitto che non dobbiamo aver paura di descrivere con i connotati del genocidio. Il bilancio delle vittime è di quasi sei milioni di morti e un milione e mezzo di profughi e la cosa più drammatica se si può trovare qualcosa di più drammatico di stupri di massa, saccheggi e massacri è la totale indifferenza e ignoranza nel quale è sepolto. I mass media tralasciano colpevolmente di informarci su questi fatti essenzialmente perché le colpe dell’occidente sono manifeste e ingiustificabili e non sono certo i seimila soldati dell’ONU capaci di farci fare bella figura nel processo di pacificazione. Il genocidio in corso infatti affonda le sue radici sin dalla seconda metà dell’ottocento e scorre di pari passo con i danni causati dal colonialismo più selvaggio, storia inenarrabile di depredazioni, devastazioni, saccheggi di ricchezze naturali di cui il continente africano è ricco. Per saperne di più segnalo Gli spettri del Congo Re Leopoldo II del Belgio e l’Olocausto dimenticato del giornalista e scrittore americano Adam Hochschild.
Sottile, circa cento pagine, Le bestie Kinshasa Serenade è un pugno nello stomaco, un grido di dolore che tenta di scuotere le coscienze e spingere ad un dibattito, una riflessione, un civile raffronto con la realtà. Mazzoni utilizza un linguaggio crudo, realistico, non ci risparmia gli aspetti più duri della miseria, della povertà, della violenza, della disperazione. Non ci risparmia nemmeno lo squallore e i disgustosi traffici di uomini che su queste miserie speculano portando avanti traffici come il commercio di organi, il contrabbando di pietre preziose, e tutto quello che può generare un profitto mettendo da parte anche la più minima forma di moralità o di buon senso. Ambientato a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, prima che i ribelli entrassero nella città e tentassero il colpo di stato, è una sorta di squarcio ad un passo dall’abisso dove nel ricco quartiere di Gombè tra l’incoscienza e l’irresponsabilità si passa il tempo tra feste e lo scorrere di litri di alcolici. Personaggi principali di questo dramma sono alcuni occidentali giunti nell’inferno del Congo per i più svariati motivi, alcuni per aiutare, medici disillusi con alle spalle storie irrisolte che tentano di tenere in piedi ospedali fatiscenti, giornalisti che ancora credono che documentare e narrare porti a cambiare le cose, altri essenzialmente per speculare sulle miserie degli altri, personaggio emblematico di tutto questo orrore nell’orrore è senz’altro Jakov Cohen, membro dei Servizi Segreti sudafricani e faccendiere senza scrupoli o ideologie, torturatore e assassino. Il clima greeniano che si respira è inconfondibile, l’autore dice di aver letto durante la stesura Il Nocciolo della questione, io ho trovato molti echi dei Commedianti. Con i connotati della più classica spy-story Mazzoni ci presenta un’ opera di forte impegno, un duro atto d’accusa contro la guerra, il colonialismo e il razzismo. Tragico e tristemente attuale, quasi un dovere morale leggerlo.
Le bestie Kinshasa Serenade di Lorenzo Mazzoni, Momentum Edizioni, 2011, 122 pagine, brossura prezzo Euro 10.00
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