Recensione di “Come cambierà tutto. Le idee che trasformeranno il nostro futuro” di John Brockman a cura di V. G. Colapinto

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Futuro Prossimo Venturo 

Come cambierà tutto. Le idee che trasformeranno il nostro futuro” di John Brockman (trad. di Irene Bartolozzi, Silvia Bencivelli e Chiara Roglieri): 371 pp. in brossura, prezzo di copertina €23 [il Saggiatore, 2010]. 

John Brockman (Boston, 1941) è un personaggio unico. Agente letterario di scienziati e divulgatore scientifico lui stesso, ha fondato nel 1988 la “Edge Foundation”, sito web e forum online con il compito di promuovere la cosiddetta “terza cultura” (termine da lui stesso coniato), ossia un luogo d'incontro tra cultura umanistica e scientifica in cui nascono forme di scienza-arte come la biomimetica, che si ispira alle soluzioni messe a punto dalla natura, o la neurocosmetica, che utilizzerà la stimolazione cerebrale profonda per modificare la nostra personalità. Perché a nuovi strumenti corrispondono nuove percezioni e grazie alla scienza creiamo nuove tecnologie che finiscono per ricreare noi stessi.

Il principio ispiratore di Brockman è che per arrivare alle ultime frontiere della conoscenza occorre cercare le menti più complesse e sofisticate e riunirle in una stessa stanza, affinché si pongano l'un l'altra le domande che rivolgono a loro stesse. Internet rende molto più facile il procedimento.

Ogni anno Edge pone alle menti più brillanti del mondo un quesito. La domanda del 2009 è “Che cosa cambierà tutto? Quale idea capace di stravolgere le regole del gioco ti aspetti di vedere nel corso della tua vita?” e questo libro raccoglie ben 133 risposte date da molte delle più autorevoli voci della scienza e della cultura contemporanee. Rispondono personaggi come J. Craig Venter, Richard Dawkins, Ian McEwan, Brian Eno, Nick Bostrom e molti altri. Le risposte sono, ovviamente, le più diverse possibili ma tutte o quasi interessanti, a volte sconcertanti.

Per Craig Venter costruiremo in laboratorio organismi viventi in grado di creare nuovi combustibili naturali o riciclare l'anidride carbonica, risolvendo così i grandi problemi che ci affliggono.

Secondo Sherry Turkle presto avremo robot di compagnia; ad accudirci nella vecchiaia non ci sarà una badante rumena ma un robot socievole (per la felicità dei movimenti xenofobi), i nostri nipotini giocheranno con un pet-robot (ideale per i bambini allergici) piuttosto che con un cagnolino e quando diventeranno più grandi forse preferiranno una fidanzata-robot a una in carne e ossa, molto più esigente e meno affidabile. Oggi discutiamo sui matrimoni gay, domani litigheremo su quelli tra uomini e robot. E le chiese poi riconosceranno un'anima ai robot intelligenti?

Richard Dawkins pone come uno dei prossimi obiettivi quello di combattere lo specismo, infrangendo la distinzione assoluta tra umano e animale. Questo avverrà probabilmente quando avremo ricreato in laboratorio l'anello mancante tra l'uomo e la scimmia, Lucy seconda.

Ian McEwan immagina città ricoperte da enormi pannelli fotovoltaici, le cui titaniche torri solari soppianteranno simbolicamente le vecchie cattedrali medievali.

Sono stati interpellati anche degli italiani, spesso cervelli in fuga, come l'arch. Stefano Boeri, che dà la risposta più lapidaria: “scoprire che qualcuno dal futuro è già venuto a trovarci”, la filosofa Gloria Origgi, secondo cui stiamo passando dall'Era dell'informazione all'Era della reputazione o il neuroscienziato Marco Iacoboni.

E ancora: scoperta della materia oscura o della vita su altri pianeti, bambini su misura o telepatia sintetica (con interfacce cervello-macchina), durata della vita estesa a mille anni o macchine coscienti, geoingegneria o fusione in laboratorio, genomica da banco o computer quantistici portatili.

Forse gli eventi in assoluto più pronosticati sono il contatto con civiltà aliene e l'avvento della Singolarità Tecnologica, ossia di un'intelligenza artificiale e dello sviluppo esponenziale che ne deriverà. Si spera anche che i progressi scientifici permetteranno una nuova età dell'abbondanza come quella del passato dopoguerra, allontanando i fantasmi di penuria, siccità e disastri ambientali che tormentano gli uomini del nuovo millennio. Il futuro che ci aspetta potrebbe quindi rivelarsi meraviglioso e sorprendente, sfatando il catastrofismo oggi tanto di moda, ma nulla è certo e deciso.

Alla fine della lettura, credo si possa riaffermare – come diceva il Nobel per la fisica Dennis Gabor, padre del laser – che “il futuro non si prevede, si inventa”. Di fronte a noi abbiamo un'infinità di possibilità, tutte straordinarie e tutte concretizzabili. Starà a noi decidere quali realizzare. Saremo noi a scegliere tra utopia e distopia, tra estinzione del genere umano o suo superamento con una super-specie nata dalla fusione tra uomini geneticamente modificati e macchine intelligenti. 

Valentino G. Colapinto

Una Risposta to “Recensione di “Come cambierà tutto. Le idee che trasformeranno il nostro futuro” di John Brockman a cura di V. G. Colapinto”

  1. Avatar di Sconosciuto utente anonimo Says:

    Molto interessante, naturalmente, e anche molto visionario. Al contempo però anche razionale, perché si basa su risultati concreti o che si presume possano essere raggiunti. Certamente alcune di queste previsioni si verificheranno, ma chissà quali. Del diman non v'è certezza, come poetava il magnifico amico Lorenzo. Strano però che Dawson parli di anello mancante, concetto che lui nel volume "Il più grande spettacolo della Terra" rifiuta con decisione, anzi con durezza, sostenendo che non mancano anelli per l'uomo, altrimenti dovremmo dire che mancano anelli anche per decine di altre specie. Condivido inoltre la sua convinzione che debba eliminarsi lo specismo, che crea una barriera tra gli umani e le altre specie viventi. Ma quanto questo concetto sarà assimilato saremo già nell'Utopia:-) Ciao! Vittorio.

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