:: Intervista con Lucia Tilde Ingrosso

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Benvenuta Lucia su Liberidiscrivere e grazie per aver accettato la mia intervista. Come tradizione la prima domanda è dedicata alle presentazioni. Iniziamo da quello che so io di te: sei nata a Milano nel 68, oltre che scrittrice sei anche giornalista professionista, ti sei laureata in Economia Aziendale presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi con una tesi sul marketing librario, lavori nella redazione del mensile Millionaire. Vuoi aggiungere qualcosa, magari qualche lato del tuo vissuto più privato?

«Ottima sintesi. Aggiungo che fra quando ci sono nata e quando sono tornata a Milano per frequentare l¹università, c¹è stata una lunga parentesi, vissuta a Cortona, graziosa cittadina toscana. Qui ho ambientato parte del mio giallo A nozze col delitto. Per me i luoghi sono importanti per l’ispirazione, quasi come le persone. Qualche altra curiosità? Sono del segno dell¹acquario, tifo Fiorentina, pratico il pilates e colleziono stivali rossi».

Parlami del tuo lavoro di giornalista. Quale pensi sia la parte più difficile?

«Fare la giornalista è bellissimo. Ti permette di confrontarti con argomenti sempre diversi, parlare con persone ogni volta nuove. E¹ stimolante, dinamico, mai ripetitivo. E poi, per chi ama scrivere come me, è il massimo. Il giornalismo è una delle fonti principali della mia ispirazione».

Un ricordo di Lucia bambina. Quale è il primo libro che ti hanno letto?

«Mi ricordo il primo giornalino: Il Corriere dei Piccoli, ma di annate molto antecedenti alla mia nascita. Mio padre, infatti, aveva cominciato a comprarlo ben prima che io nascessi. Tanto che una volta in edicola gli chiesero “Ma quanti anni ha sua figlia, sarà grande ormai?” lui li stupì rispondendo: “Sei mesi!»

Come è nato in te l¹amore per la scrittura?

«Tutto parte dall¹amore per la lettura, ereditata dai miei genitori. La casa di Cortona è piena di libri. Migliaia. Dalla lettura alla scrittura il passo è stato breve. Ho sempre avuto una fervida immaginazione. Scrivevo con una vecchia Olivetti, inventando racconti ispirati ai romanzi che leggevo, ai telefilm che vedevo in tv».

Hai pubblicato numerosi romanzi tra cui La morte fa notizia con Pendragon, e A nozze col delitto,  Io so tutto di lei, Nessuno, nemmeno tu, con Kowalski. Come è nato il tuo amore per il giallo?

«Quando ero ragazzina, mio padre lavorava in Mondadori. Tutte le volte, tornava da Milano con un nuovo romanzo di Agatha Christie per me. Cominciai ad adorarla. Apprezzavo le sue trame geniali, i personaggi sfaccettati, le ambientazioni evocative. Non faceva mancare mai nulla ai suoi lettori: intrigo, passione, amore, delitti, ironia. Romanzi belli e divertenti. Da allora cominciai a pensare che mi sarebbe piaciuto intrattenere e divertire i lettori come faceva lei. Be¹, quasi»

Quanto l¹ambientazione influisce sulla creazione dei tuoi personaggi?

«E¹ fondamentale. Milano, nei miei gialli, non è un semplice fondale, ma un personaggio a tutti gli effetti. Ho scelto questa città per i miei gialli perché ci vivo e la conosco, ma anche perché ­ con la sua vastità e la sua imprevedibilità ­ si presta al genere. Qui puoi incontrare chiunque. E può succedere di tutto».

Parliamo del tuo processo di scrittura. Come passi dall¹idea imbastita ancora solo nella mente alla prima stesura del romanzo. Sei una perfezionista, rivedi molte volte il testo prima di considerarlo la stesura definitiva?

«L¹idea per un libro nasce da una scintilla: uno sguardo, una notizia sul giornale, un¹immagine in tv. Da lì, do libero sfogo alla fantasia. Costruisco un plot. Di solito, ci penso mentre cammino (ho la fortuna di andare in ufficio a piedi). Poi comincio a scrivere. La scaletta la compilo via via. Non voglio sapere fin dall¹inizio dove andrò a parare, sennò mi annoio. Preferisco lasciarmi trasportare dalla storia e dai personaggi. Se questa magia accade a me, penso che sia più facile che tocchi anche i miei lettori. Ovviamente, nel caso di un giallo, il nome dell¹assassino devo averlo chiaro fin dall¹inizio. Le revisioni più importanti si fanno con gli editor della casa editrice, per smussare gli angoli, tagliare se necessario, sanare le incongurenze».

Per Piemme è uscito da poco Uomo giusto cercasi. Racconta le avventure di un simpaticissimo personaggio sempre in viaggio, che si trova ad affrontare la difficile scelta tra carriera e maternità. Molte donne ci si riconosceranno. Ma al giorno d¹oggi è ancora necessaria una scelta? La maternità è ancora vista come un ostacolo alla carriera?

«Sì, è necessaria una scelta. Sì, la maternità è vista come un ostacolo alla carriera, almeno in Italia. Personalmente, sono fortunata. Il mio lavoro e il mio capo mi hanno consentito di optare per un compromesso. Lavoro part time e non ho ambizioni di carriera. Mia figlia Stella è sempre al primo posto. Come Lara Rebecca fatico a conciliare tutto. Ci riesco grazie all¹amore, alla flessibilità, all¹ironia. E ad aiuti validi. In primis, quello di mio marito».

Moglie di Giuliano Pavone autore per Marsilio de L¹eroe dei due mari. Un¹opera di cui si parla prima ancora della pubblicazione. L¹hai letto? Cosa ne pensi?

«Quando l¹ho conosciuto, Giuliano faceva un altro lavoro. Al suo attivo aveva solo un libro pubblicato, sulla commedia italiana degli anni Settanta. Dico sempre che ho intuito il suo talento e l¹ho incoraggiato subito a scrivere. I fatti mi dicono che avevo ragione. Dopo alcuni libri pubblicati sul calcio, ecco il primo romanzo. L¹ho letto sin dalle prime versioni. E, con sollievo, l¹ho trovato bellissimo. E¹ un romanzo corale, godibile,  che fa ridere e commuovere i lettori. Ma è anche una storia attuale, che fa riflettere sull¹Italia di oggi e le sue contraddizioni. In più, il romanzo ha una genesi particolare. Era ancora un manoscritto in cerca di editore, quando venne recensito dal critico e scrittore Tommaso Labranca su una rivista. La notizia rimbalzò sul Web. A quel punto gli editori se lo contesero. La spuntò Marsilio, che poi lo ha seguito con amore e attenzione. In uscita il 29 settembre, si promuoverà anche con un booktrailer d¹autore ».

Con tuo marito pubblicherai nel 2011 per Newton Compton il saggio 101 cose da fare in gravidanza e prima di diventare genitori. Quali pensi siano gli errori che un genitore non dovrebbe mai compiere?

«Credo che fare il genitore sia il mestiere più difficile al mondo. Anzi, non lo credo: lo so. Si può solo cercare di limitare gli errori e i danni. In questo, l¹esperienza di chi ha già vissuto certe esperienze è di aiuto. E poi ho letto da qualche parte che il buon senso di una madre è comunque meglio di qualsiasi consiglio di un esperto. Consoliamoci così»

Proust assaggiando una madeleine si sentiva travol
to dai ricordi. Quale senso evoca di più in te la memoria e la creatività: il gusto, il tatto, l¹odorato, la vista?

«La vista. Le mie idee migliori sono nate da un¹immagine, anche fuggevole. Una ragazza che attraversa veloce al semaforo. Un tramonto rosso fuoco. Un cespuglio di more. Una latina di birra per strada. Sembra che non abbiano un grande significato, ma è proprio da lì che scaturisce un¹intuizione decisiva. Per risolvere un nodo nella trama o trovare l¹ispirazione per un racconto».

Sei nella giuria dell¹ ottava edizione del premio Lama e trama 2010 dedicato al giallo e al noir. Nato nel 2003 ha come presidente lo scrittore ed editore Luigi Bernardi. Qualche anticipazione?

«Sto aspettando i racconti. Come ogni anno, se ne prevede qualche centinaio. Non so dove troverò il tempo per leggerli, ma lo farò e con grande attenzione. Ho partecipato a mia volta a dei concorsi letterari e so quanto ci si investa, ogni volta. In termini di scrittura, ma anche di emotività. Per me è un onore essere in giuria. Cercherò di riconoscere la scintilla del talento. In ogni caso, chi non verrà selezionato non si deve scoraggiare. La buona scrittura trova sempre la sua strada».

Cosa ami leggere di più nel tuo tempo libero? Quali sono i tuoi autori preferiti? Se dovessi scappare da una biblioteca in fiamme quale è l¹unico libro che salveresti?

«Di tutto. Solo così si alimenta la creatività, secondo me. Gialli, noir, rosa, premi Nobel, classici. Adoro, in ordine sparso, Massimo Carlotto, Renato Olivieri, Cornell Woolrich, David Lodge, Stefania Bertola»

Cosa stai leggendo in questo momento?

«Ho appena finito Bambino 44 e Archangel: grandi thriller  rinfrescanti (sono ambientati in Russia)».

C¹è un esordiente che ti ha particolarmente colpita?

«Enzo Gianmaria Napolillo con Remo contro e Andrea Ballerini (anche se non è un esordiente) con Il trionfo dell¹asino».

Progetti per il futuro?

«Inizierò a breve a lavorare sulla sceneggiatura della fiction che verrà tratta dalla serie dei miei gialli. Si girerà in primavera a Milano, per andare in onda su Mediaset, nell¹autunno 2011. Il mio ispettore Rizzo credo che abbia la possibilità di giocarsela con i migliori detective del piccolo schermo. E¹ fascinoso, colto, intelligente e un po¹ ombroso. E ha attorno a sé un variegato gruppo di comprimari. Chi vuole avere un assaggio di Rizzo low cost, troverà a ottobre in edicola A nozze col delitto, il primo della serie, allegato il Giorno, la Nazione e Il resto del Carlino. A dicembre, come strenna natalizia, uscirà poi (con Newton Compton) un¹antologia di racconti noir ispirati a fatti di cronaca realmente accaduti a Milano, dall¹omicidio Jucker all¹arciere di san Siro. Anche questo è il frutto di una collaborazione con mio marito Giuliano Pavone. Nel 2011 uscirà poi il nuovo capitolo della saga Rizzo. Vi chiederete dove troviamo il tempo Be¹ stiamo raccogliendo i frutti di anni e anni di lavoro. E poi.. dormiamo poco!»

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