Mi sono avvicinato all’ultima fatica di Grangé con qualche timore. Premesso che considero ‘Il Giuramento’ uno dei romanzi migliori degli ultimi anni e Grangé uno tra gli autori più personali e anticonformisti del nostro tempo, avevo letto alcune critiche d’oltralpe piuttosto negative su La Foret des Manes. Lo liquidavano come una caccia al serial killer di stampo piuttosto prevedibile. Mai dare retta ai recensori… L’aspetto criminale anche se avvincente e con un bel colpo finale è solo una parte, come sempre, del lavoro dell’autore. Grangé è un autore per pochi, raffinati palati che cercano molto di più della soluzione del mistero in un romanzo. Mescola con abilità noir metropolitano, avventura esotica, horror,e una serie di altre materie che vanno dall’antropologia alla geopolitica al paranormale con la capacità di coagulare tutto in un unico flusso che ti prende e non ti lascia più. In questo romanzo mi sembra evidente una continuità con Misere, la ricerca delle radici della malvagità umana. Una crudeltà che passava per i nazisti e il regime cileno nel romanzo precedente e qui ripercorre la pista sudamericana dal Nicaragua sino all’Argentina. Grangé informa, ci fa partecipe delle sue ricerche ma non annoia con inutili ‘spiegoni’, alla fine racconta sempre una storia avvincente. Unica nota di perplessità in questo ultimo lavoro (forse) il personaggio della protagonista molto lontano dalle coppie di poliziotti dannati o dalle ragazze perdute come la protagonista del Concilio di Pietra. Jeanne Korowa sembra un po’ costruita a tavolino con un occhio alle eroine yuppie di certa narrativa thriller americana. Ma è un peccato veniale perché la narrazione avvince e la scrittura è sempre sopra la media. Ma perché quel titolo italiano che abbassa il tono di un romanzo con aspirazioni(realizzate) più alte. Forse si pensava che il pubblico italiano non capisse cosa fossero ‘i Mani’. Il titolo L’istinto del sangue, assieme alla fascetta che strombazza inutilmente sul numero di copie vendute all’estero, irrita il lettore accorto. Una verniciatura di ‘popolarità’ che il lavoro di Grangé proprio non merita.
Jean Christophe Grangé- L’istinto del sangue(La Foret des Manes) traduzione di Doriana Comerlati-Garzanti- pp510-euro 19,60
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