:: Recensione di Uno di troppo di Marco Tiano

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Home4Ad essere sincera è bene che vi dica subito che non sono un’ appassionata del giallo classico all’inglese, dove il maggiordomo è quasi sempre il maggior sospettato e gli investigatori grazie al loro acume straordinario e alla loro capacità deduttiva quasi sovrumana riescono a scoprire gli indizi più disparati, ricostruiscono i fatti, scagionano gli innocenti e fanno imprigionare i colpevoli in un tripudio di happy end e tutti vissero felici e contenti. I cosidetti “delitti della camera chiusa” di sherlockiana memoria dove grazie alla logica e alle “celluline grigie” di qualche sparuto investigatore dilettante, l’intrigo si dipana e l’enigma viene svelato, magari tra un susseguirsi di brodaglie giallastre spacciate come the delle cinque e qualche caccia alla volpe, bhe vi confesso mi annoiano a morte. E’ naturale quindi che quando mi sono trovata a leggere Uno di troppo di Marco Tiano edizione Il Filo avevo le mie serie preplessità, e soprattutto mi chiedevo quale fosse la necessità di far risorgere un genere che, seppure ha la sua fetta di estimatori non lo nego, ormai ha bene o male fatto il suo tempo. Ecco tanto per dirvi lo spirito con cui ho iniziato la lettura di questo libro che contro ogni aspettativa mi ha spiazzato e incuriosito sin dalle prime pagine e se fate attenzione la chiave di volta per la risoluzione del mistero è racchiusa proprio nella prima pagina. La storia ha inizio in Italia per la precisione a Firenze nel 1921 e viene raccontata in prima persona da Hodel Foresth un bancario inglese deciso a prendersi alcuni giorni di vacanza lontano dal traffico e dal caos di Londra. Insieme ad un piccolo gruppetto di turisti inglesi si appresta a trascorrere una serena vacanza nel Bel Paese quando un delitto funesta la serenità e la concordia. Melory Bacon una bella e chiacchierata ereditiera viene pugnalata in un castello medioevale dove il gruppo di turisti si era fermato per passare la notte. Tutti sono sospettati, tutti hanno un movente, tutti hanno un alibi. Hodel Foresth diventa così ben presto l’unico sospettato e per riuscire ad allontanare i sospetti da sé non ha altra scelta che scoprire il vero colpevole. In un susseguirsi di colpi di scena ben congegnati riuscirà infine a smascherare l’assassino che si rivelerà essere come da tradizione il più insospettabile di tutti. Punti a favore la simpatia del protagonista, l’umorismo sottile, una punta di romanticismo, la gentile satira di costume, l’ingegnosità della trama complessa ma apparentemente semplice e credibile, la scrittura pulita, il comportamento corretto dell’autore che non dissemina il libro di falsi indizi per fuorviare il lettore. Punto a sfavore continuerò a prediligere i noir e i gialli più d’azione ma non sono per nulla pentita di questa piccola parentesi classica. In conclusione un giallo elegante adatto a tutte le età, privo di violenza gratuita e volgarità, consigliato specialmente agli appassionati di Ercule Poirot, Philo Vance e Nero Wolfe.
Uno di troppo, Marco Tiano,  Editore Il Filo,  Tracce Nuove voci,  2007,  260 pagine,  Euro 16,00

2 Risposte to “:: Recensione di Uno di troppo di Marco Tiano”

  1. Avatar di Sconosciuto ceglieterrestre Says:

    Ancora nuvole, ma il desiderio di andare nella natura è grande, io ci provo.Un grande abbraccio, felice giornata anche a te.ciao franca

  2. Avatar di Sconosciuto utente anonimo Says:

    Bella recensione, complimenti, mi sono incuriosita… e poi i gialli classici sono i miei preferiti 😉 Lo comprerò!Elena

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