:: Recensione di L'eredità del male di Flavio Vasile

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covervasileMonaco, 1939. Hans Bauer solerte agente della polizia criminale tedesca, la Kripo, protagonista del sorprendente "  L'eredità del male " di Flavio Vasile è un uomo del suo tempo, un uomo qualunque infondo, un uomo simile a molti tedeschi che si trovarono a vivere nella Germania nazista e anche se spaventati dal nuovo regime e dalla violenza che generava si trovarono incerti a chiedersi se Hitler fosse o no l'uomo nuovo, il salvatore della Germania in ginocchio dopo la sconfitta della Prima Guerra Mondiale. Hans Bauer è un uomo che si interroga, un uomo che si fa degli scrupoli, che intimamente detesta quegli esaltati che hanno preso il potere e non condivide il nuovo ordine imposto dal regime, un uomo che si chiede se i trionfalistici bollettini radiofonici, gli articoli giornalsitici, i cinegiornali non siano solo propaganda e  il Fuhrer  non sia solo un folle esaltato da manie di grandezza. Hans Bauer è tra i pochi a non conoscere direttamente la guerra, per le sue doti investigative infatti è considerato un elemento prezioso, irrinunciabile, e nella sua Monaco può restare a risolvere i casi cosiddetti di ordinaria amministrazione, i così detti panni sporchi da lavare in casa. Hans Bauer sa cosa le SS fanno agli ebrei, vive con orrore la violenza fine a se stessa, il mito della razza, la persecuzione dei non ariani. Sente che il male ha un volto, una dimensione, che la Germania nazista si sta trasformando davvero nel luogo più vicino all'inferno che si possa concepire. Ma deve essere prudente, non manifestare apertamente le sue idee per proteggere i suoi cari, per salvare la sua posizione così faticosamente conquistata. Anche se la sua coscienza non è un sudario, non è un abito da cambiare secondo le circostanze, il suo disagio interriore cresce ogni giorno, assieme alla consapevolezza che ci sono orrori che non possono essere taciuti o ignorati. Hans vive questo periodo oscuro con la speranza che la guerra finisca presto, che l'orrore rientri finchè non si inbatte in un caso anomalo. Quasi per caso viene rinvenuto il cadavere di una ragazza torturata e uccisa, vittima di un atto di inaudita violenza. Sin da subito Hans sente che qualcosa non va, che non è il solito delitto maturato negli ambienti della criminalità. Sin da subito ha una descrizione dell'indiziato un uomo alto, magro, con i capelli a spazzola, chiari, tendenti al grigio, occhi chiari, occhiali rotondi, una persona colta come un dottore, sempre vestito bene, calmo, con voce pacata. Un caso apparentemente semplice, basta trovare l'indiziato e il caso è praticamente chiuso. Ma niente è così semplice come sembra. Il modo in cui è stata uccisa la ragazza si rivela "strano", "singolare", chi ha mutilato la ragazza l'ha fatto con metodo e perizia, utilizzando il bisturi con abilità, con uno scopo quasi didattico si sarebbe portati a credere, cercando qualcosa. Presto le morti si moltiplicano, e un orrore senza fondo prende il sopravvento, l'orrore dei campi di concentramento, degli esperimenti su cavie umane, l'orrore del male assoluto. E Hans Bauer si trova solo a combattere tutto questo, solo con la consapevolezza che la follia ha mille volte e tutto ciò che può fare è ubbidire alla propria coscienza, perchè non ostante gli errori essere coerenti con se stessi è l'unica scelta che vale la pena di compiere.   

2 Risposte to “:: Recensione di L'eredità del male di Flavio Vasile”

  1. infinitisogni Says:

    Un saluto affettuoso anche dalla Chopy (la mia gatta!)…Ciao Giulia divertiti e mi raccomando non ti stancare troppo

  2. infinitisogni Says:

    Un saluto affettuoso anche dalla Chopy (la mia gatta!)…Ciao Giulia divertiti e mi raccomando non ti stancare troppo

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