
Cosa vuol dire essere cattolici cristiani nel 2025? Forse seguire quei trucioli di Pane che il Signore ci ha seminato lungo il cammino, a volte invisibile, avendo l’occhio assuefatto dalla voracità del mondo, ma poi tracce chiare, nette, man mano che ci avviciniamo alla meta, quella strada non stordita da neon e cartelloni pulsanti, spesso solitaria, e illuminata solo dalla fede che conduce alla porta stretta. Chi ci arriva sa che ha percorso un viaggio straordinario, ma non è detto che poi si riesca ad oltrepassare la porticina: è piccola, disagevole, ci entrano in pochi, quelli che il Signore aspetta da oltre duemila anni. Tutto questo porterebbe allo scoraggiamento, già San Pietro nel Vangelo era esterrefatto (“ se è così, chi si potrà salvare?”) poi però lo rassicura Gesù dicendogli che nulla è impossibile a Dio.
Ho letto questo questo libro con passione, con ponderatezza, e ho fatto una sintesi ossea di quello che mi ha trasmesso riportando brani di pagine pacate e placanti. Rocco Quaglia è un esperto di psicologia, forse non deve stupire che a parlare di Bibbia, Apocalisse, odio dei vignaioli omicidi sia un professionista della mente. “Amerai il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze”.. E il Signore dice anche.. “con tutta la tua mente”. Siamo nell’era della esaltazione del tecno-pensiero umano. Poi interviene Dio come sempre: “I pensieri dell’uomo non sono che un soffio”. Buona lettura
Chi potrebbe essere motivato o invogliato a seguire Gesù di Nazareth che dice di essere figlio di Dio, nato da una Vergine e venuto per salvare gli uomini dai loro peccati? Dice inoltre che quanti crederanno in lui saranno odiati, perseguitati e uccisi. Gesù era consapevole non soltanto di essere malvisto da quelli di casa sua, ma anche che sarebbe stato odiato in ogni tempo da tutti gli uomini. A differenza dei seguaci di altre religioni, il cristiano non ha modo di mettere il proprio odio al servizio della causa di Dio: nessuna guerra può essere giustificata, nessuna uccisione e nessuna vendetta possono essere legittimate. La carriera che il discepolo compie in Gesù è una lenta discesa nell’umiliazione, nella spoliazione, nella reiezione. Gesù chiama beato quel discepolo oltraggiato, perseguitato, calunniato. Il tempo profetizzato da Gesù, tempo dell’apostasia della chiesa, del raffreddamento dell’amore, dello smarrimento della fede è giunto. Il tempo dell’odio per Cristo e per i cristiani sta esplodendo con sempre maggior virulenza. Il male signoreggia ovunque, la zizzania è matura e ormai ha colonizzato e infestato l’intero campo della Chiesa. L’inquinamento del pianeta è lo specchio dell’inquinamento morale dell’umanità.
Chi sono i discepoli? Che tipo di persone Egli sceglie?
L’apostolo Paolo viene in aiuto rivelandoci che Dio sceglie le cose folli del mondo, quel che è debole, ignobile, spregevole. Quel che non si comprende è che di fronte a Dio non esistono i forti, i saggi, i nobili; di fronte a Lui tutti gli uomini sono ugualmente deboli, corrotti, perversi: in una parola “peccatori”, ovvero “falliti”, privi di una gioiosa speranza, privi di uno scopo importante…. Gesù , dicendo che il regno dei cieli è per i fanciulli, dice in realtà che è per tutti, o meglio per quanti realizzano la propria incompiutezza, il proprio non finito. Solo il disperato è nella condizione di udire la voce di Dio. Ai discepoli, dunque, è destinato il regno dei cieli, ma per entrarvi bisogna rinascere bambini. Gesù esalta i bambini sapendo che “non contano” e che nessuno li conta; non hanno mai avuto diritti, oggi non hanno neppure il diritto di nascere, e Dio non li consegna più nelle mani degli uomini.
Del grande comandamento
I farisei pensavano di amare Dio mettendo in pratica la Legge; ma la Legge, come è scritto, fa desiderare il peccato e produce ira contro Dio. Per amare “qualcuno” bisogna conoscere non il suo corpo, gli anni lo disfano; non il suo carattere, mutevole in base alle circostanze; non le sue qualità, con il tempo svaniscono. L’amore per una persona nasce dall’amore che dimora in questa persona, poiché è dell’amore che s’innamora il vero amore. Ora, innamorarsi di Dio significa innamorarsi dell’amore che Egli prova per noi. A noi serve soltanto credere nell’amore di un Dio che dice di amarci, il resto viene da sé. Tutto cesserà! La giovinezza evapora, la bellezza si spegne, la forza svanisce, le conoscenze passano, i sogni si dileguano, << l’amore soltanto resta>>. L’apostolo Giovanni, con ragione, scrive:<<Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli (Gesù) ha dato la propria vita per noi>>. E’ questo l’amore che trasforma la ragione in follia e la follia in sapienza, nella sapienza di Dio. Senza questo amore chi potrebbe mettere in pratica il comandamento che impone al cristiano di dare la propria vita per i fratelli?. Il cristiano che ha conosciuto l’amore di Dio non può dunque amare sé stesso di più e l’altro di meno, poiché mediante Cristo si realizza un’ ineffabile unità in Dio, il Padre.
Conclusione
Senza una rivelazione dello Spirito che viene dal Padre, la via che Gesù indica fa inorridire l’uomo carnale. Per questo mondo, che celebra i suoi pride e si gloria delle proprie false libertà come fossero conquiste, nulla è più intollerabile, fastidioso e inopportuno della buona notizia del Signore. La spiritualità si esaurisce in opere di bene.. Tuttavia undici uomini inermi sono stati inviati come agnelli in mezzo ai lupi; portarono la Parola di Gesù fino alle estremità della terra. Hanno vinto il mondo, non con gli eserciti, ma con la spada della parola di Dio. Mai amico ebbe migliore amico di Gesù.
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