
Ricordare è fondamentale, è un modo per tramandare a chi verrà domani un passato da non scordare e da conoscere per provare a evitare gli errori di chi ci ha preceduto e provare a fare meglio, anche se non sempre è facile come sembra. Ricordare quello che accadde con la Shoah e che ritorna ogni 27 gennaio con la Giornata della Memoria, è anche l’invito del libro per bambini “La porta aperta” di Mario Pacifici edito da Gallucci, già segnalato qui su Liberi di scrivere. Un libro che ho letto e che fa pensare a quanto è stato fatto e quanto ancora dobbiamo fare come collettività per continuare a ricordare. Il tema del testo per bambini, con le illustrazioni di Lorenzo Terranera, ha al centro una storia vera accaduta nel ghetto di Roma ai tempi dei rastrellamenti nazisti nei confronti degli ebrei residenti nell’Urbe. Protagoniste Mirella e Marina, due giovani sorelle ebree salvate dalla cattura grazie all’intervento di un vicino di casa fascista, Ferdinando Natoni. Durante i rastrellamenti, non trovando rifugio da chi lo aveva promesso loro, le due sorelle già si sentivano spacciate, ma l’intervento di Natoni residente nella loro stessa palazzina e che le fece passare per sue figlie, portò i soldati nazisti a stare lontano dalle ragazze. Un gesto eroico che Natoni fece con coraggio, mettendo a repentaglio la sua stessa vita e quella dei suoi familiari pur di salvare quella di due innocenti. Un azzardo che andò a buon fine, perché Mirella e Marina, grazie al gesto eroico di Natoni, riuscirono a ricongiungersi ai familiari evitando la deportazione, i campi di concentramento e le camere a gas. A raccontare la storia nel libro di Pacifici è Marina stessa, che narra il suo vissuto ai nipoti (Ghila e Asher), e quello che emerge dai fatti e dalle parole, oltre alla grande commozione e attenzione dei piccoli verso la storia della nonna, è la profonda riconoscenza di Mirella e dei suo familiari verso il loro salvatore, così grande da spingere Marina a far sì che lo Yad Vashem riconoscesse Ferdinando Natoni Giusto tra le Nazioni, perché lui non ebreo, con il suo impavido gesto, aveva permesso a due giovani vite ebree di continuare ad esistere. “La porta aperta” di Mario Pacifici è un libro per bambini, e ideale è leggerlo assieme, adulti e bambini, per fare sempre Memoria, non solo il 27 gennaio, ma in ogni momento dell’anno. Dobbiamo continuare a ricordare coloro che sono state le innocenti vittime della Shoah ieri, con un occhio di riguardo e attenzione anche alle innocenti vittime dei conflitti di oggi, perché la guerra purtroppo non fa differenze e sconti, cambia il contesto e la forma, ma le vittime sono sempre i più deboli. Per tale ragione è importante fare Memoria del passato, per non dimenticarlo, nella speranza (sempre fragile purtroppo) che non si ripetano gli errori di un tempo.
Source: ufficio stamp Gallucci.
Tag: ebrei, ghetto, Giornata della Memoria, Olocausto, rastrellamenti, Roma
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