
“La pedina” è il romanzo di Mario Pacifici, edito da Gallucci, ambientato nella Roma del 1827 dove a casa Pontecorvo, in pieno ghetto ebraico, arriva un commissario pontificio. L’uomo è giunto tra quelle mura con un compito ben preciso ricevuto direttamente dal Sant’Uffizio: prendere il piccolo David, battezzato in segreto e portarlo via dalla famiglia. Da qui inizia per i lettori un pellegrinaggio in lungo e in largo per Roma, dentro e fuori il Vaticano, perché il rapimento del piccolo dei Pontecorvo nasconde, e lo si scoprirà durante la lettura, una serie di intrighi, giochi di potere e politici che vanno ben oltre la fede religiosa. Anzi, pagina dopo pagina, emergeranno situazioni che evidenzieranno quanto siano delicati gli equilibri presenti in Vaticano, con impreviste complicazioni come una morte (e non da poco) all’interno di un palazzo cardinalizio romano. Pacifici costruisce un trama salda, ricca di colpi di scena imprevisti che evidenziano quanto possano essere complicate le trame comportamentali e mentali del genere umano, quando di mezzo c’è il potere più che la fede. La ricaduta di questi grovigli ha al centro un bambino la cui esistenza sarà per sempre stravolta dal rapimento. Sullo sfondo della vicenda del piccolo David, c’è una Roma dove si mescolano religiosi, popolani, uomini di potere, poveracci, donne si strada, avventurieri, cristiani, ebrei unita a una intensa fase di trasformazione cittadina con i moti risorgimentali. Per “La pedina”, Mario Pacifici prende spunto da una pratica molto in voga nel XIX secolo nel mondo della Chiesa romana dove in passato furono parecchi i casi di bambini ebrei battezzati in segreto da una balia, da una serva o da qualcuno che bazzicava in famiglia e poi portati via delle famiglie di origine. Un gesto che, secondo il diritto canonico, rendeva il bambino cattolico e da educare secondo i dettami di tale credo. Uno dei casi più eclatanti (anche uno degli ultimi) fu quello avvenuto nella Bologna del 1858 dove il piccolo Edgardo Mortara, sette anni, battezzato segretamente quando aveva sei mesi, venne tolto a forza alla sua famiglia dallo Stato Pontificio, per essere cresciuto come cattolico. Il caso Mortara fece clamore in Italia e all’estero (Nord America) e accanto ai genitori si schierarono politici, scrittori, giornalisti, ma il destino del piccolo Edgardo venne deciso da altri, proprio come accade a David Pontecorvo protagonista del libro di Mario Pacifici. David come Mortara, che ha ispirato non solo Pacifici, ma anche il film di Bellocchio, “Rapito”, è una pedina mossa a proprio piacimento e interesse da un mondo adulto tutto concentrato sui propri interessi e che sembra essersi dimenticato del rispetto del prossimo diverso da sé, tanto da non rendersi conto che le proprie scelte avranno conseguenze irreparabili per l’altro.
Mario Pacifici ha esordito nel mondo della scrittura nel 2008, con al vincita del concorso indetto dal Festival della Letteratura Ebraica con un racconto sulle leggi razziali. Nel 2012 ha pubblicato “Una cosa da niente” e altri racconti e nel 2015 “Daniel il Matto”. “La pedina” è il suo primo romanzo.
Source: ricevuto dall’editore. Grazie all’ufficio stampa Gallucci.
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