Quando Tim Sunblade fugge dal carcere l’unica cosa che possiede è un piano infallibile per una rapina che risolva tutti i suoi problemi. Ma per portare a termine il lavoro Tim ha bisogno di un’altra persona. Così quando incontra Virginia pensa di poterla condurre con sé sulla strada per Denver. Virginia sogna il lusso e una vita agiata. In poco tempo diventa molto più di una partner. Ma quello che Tim non può sospettare è che questo angelo dagli occhi di lavanda potrebbe nascondere ali scure…
Una storia esplosiva dove niente è quello che sembra, scritta in uno stile ricercato che non teme il confronto coi grandi del genere da James Cain a James Crumley. Uno di quei romanzi dove sai che tutto andrà a rotoli ma che non puoi smettere di leggere, aspettando solo di assistere al disastro.
Elliott Chaze (1915-1990) è nato a Mamou, Louisiana. Ha servito nell’esercito durante la seconda guerra mondiale, esperienza che ha ispirato il suo primo romanzo, The Stainless Steel Kimono (1947). Tornato negli Stati Uniti si è stabilito nel Mississippi dove ha lavorato come giornalista, editorialista e redattore. Chaze ha scritto nove romanzi, oltre a numerosi articoli e racconti brevi per il Reader Digest, il New Yorker, Collier, e Cosmopolitan. È considerato, fra gli addetti ai lavori, un maestro del noir. Le sue opere, da tempo scomparse dalle librerie, stanno vivendo una nuova vita oggi, grazie a una recente riscoperta. Il mio angelo ha le ali nere sta per uscire sul grande schermo per la sceneggiatura di Barry Gifford.
Appuntamento oggi, sabato 29 aprile, dalle ore 18,00 alle 19,00 per discutere del libro qui nei commenti al post. Partecipate numerosi.
29 aprile 2017 alle 16:01 |
Sono le 18, possiamo iniziare.
29 aprile 2017 alle 16:04 |
Da cosa vogliamo partire?
29 aprile 2017 alle 16:02 |
Io ci sono, pronta.
29 aprile 2017 alle 16:04 |
Iniziamo, gli altri si uniranno a noi strada facendo. Conoscevi già Elliott Chaze, anche solo di nome?
29 aprile 2017 alle 16:06 |
No, non sono una lettrice di noir e frequento poco anche i gialli. Sia questo libro che il primo, L’ultimo vero bacio, sono stati una sorpresa per me.
29 aprile 2017 alle 16:08 |
Io sono più una lettrice di noir, ma non lo conoscevo, ne avevo sentito nessun scrittore citarlo o parlare di questo libro. Insomma è stata una sorpesa anche per me 😀
29 aprile 2017 alle 16:08 |
Tu lo avevi già letto/conosciuto?
29 aprile 2017 alle 16:08 |
Ti è piaciuto? che effetto ti ha fatto leggerlo?
29 aprile 2017 alle 16:12 |
Sì, è stato un bel libro (l’ho apprezzato parecchio anche dal punto di vista materiale, è una bella edizione). Di solito non sono un’amante dei personaggi che vogliono solo la vita facile, ma questa coppia qui mi ha fatto ridere
29 aprile 2017 alle 16:14 |
Sì, è un libro molto interessante. Preferisco Crumley, ma è notevole davvero.
29 aprile 2017 alle 16:13 |
Sorridere, anzi. Il protagonista ha un modo di raccontare tanto schietto che non potevo non apprezzarlo
29 aprile 2017 alle 16:15 |
Mi è piaciuto molto il personaggio femminile. Virginia è un bel tipino, affatto convenzionale.
29 aprile 2017 alle 16:17 |
Il finale comq è nerissimo, anche se aperto.
29 aprile 2017 alle 16:19 |
Ehm… Per me non c’è proprio molto da ipotizzare, temo che la loro fine sia stata proprio brutta…
29 aprile 2017 alle 16:21 |
Essendo in prima persona, non potrebbe essere diverso.
29 aprile 2017 alle 16:22 |
“Parve passasse un tempo infinito prima che mi portassero via con loro”.
29 aprile 2017 alle 16:18 |
Come caratterizzazione però è più notevole Virginia, per i dettagli che dà di lei, il modo in cui la descrive te la fa immaginare perfettamente. Dell’altra donna, Nona, non dice nulla. va bene che è un personaggio assolutamente marginale, ma neanche il colore di capelli sappiamo. Scompare proprio di fronte a Virginia.
29 aprile 2017 alle 16:19 |
C’è qualche passaggio che ti è rimasto impresso, qualche frase?
29 aprile 2017 alle 16:22 |
Il capitolo 15, le ultime due pagine in pratica, ma temo sia troppo lungo da riportare qui.
Poi ho la brutta abitudine di non tenere matite o foglia a portata di mano quando leggo, quindi mi perdo sempre tutti i riferimenti.
29 aprile 2017 alle 16:26 |
Mi sono piaciute molto anche le descrizioni dell’incubo in cui rivede il compagno di prigione a cui sparano quando evadono, il modo in cui ne descrive il viso, ma ovviamente non ritrovo il passo 😦
29 aprile 2017 alle 16:26 |
A me è piaciuto molto l’inizio, quando si incontrano. Cioè lo squallore dell’albergo (con le pareti color formaggio), contrapposto al fatto che tra loro stava nascendo qualcosa di speciale.
29 aprile 2017 alle 16:28 |
Più da parte di lui, lei forse è un tantino più cinica.
29 aprile 2017 alle 16:30 |
Vero, la scena del loro incontro è bella e ha un ritmo particolarmente lento che ti dà tutta l’idea di che donna sia lei.
“Non esiste nessuna persona al mondo tanto stanca quanto una puttana stanca”.
29 aprile 2017 alle 16:36 |
“E’ come se tutto il male di cui tu e io siamo a conoscenza sia nascosto laggiù in quel pozzo.”
29 aprile 2017 alle 16:37 |
A pensarci bene il romanzo è talmente tanto incentrato sul rapporto tra i due che diventa difficile trovare qualcos’altro di cui parlare: sono due fuori di testa, ma alla fine avevano un equilibrio come coppia.
29 aprile 2017 alle 16:39 |
Sì, concordo, si compensano e bilanciano. Fanno sembrare normale tutto il resto.
29 aprile 2017 alle 16:45 |
Non ho letto abbastanza noir da poter fare un paragone, come si colloca questo rispetto al genere, Giulia?
29 aprile 2017 alle 16:49 |
Non saprei a livello generale, ti posso dire più che altro per gusto personale. Lo trovo particolarmente riuscito. Originale. Ma come dicevo prima Crumley, lo preferisco.
29 aprile 2017 alle 16:54 |
Forse un po’ lo penalizza la lunghezza, mi sembra più un racconto lungo che un romanzo. Con L’ultimo vero bacio invece abbiamo potuto spaziare di più. Sia qui nel parlarne che prima nel leggerlo (almeno io, ci sono rimasta quasi quindici giorni solo su quello).
29 aprile 2017 alle 16:55 |
Sì, esatto, lo penso anche io.
29 aprile 2017 alle 16:54 |
“Se c’è qualcosa che mi manca adesso, è proprio non poter parlare della prossima estate, e del prossimo inverno. E nemmeno della prossima settimana”.
Molto triste.
29 aprile 2017 alle 16:57 |
Chaze ha un tono e una cadenza molto antica. Forse anche per merito del traduttore. Sarebbe interessante leggere la versione originale.
29 aprile 2017 alle 16:59 |
Giulia, mi dispiace ma devo salutarti, ci sentiamo presto! 🙂
29 aprile 2017 alle 17:00 |
Grazie Giulia di aver partecipato, certo con più voci sarebbe stato più stimolante, ma comunque abbiamo la soddisfazione di aver letto un bel libro. Finirà che diventerai anche tu una lettrice di noir 😉
Saluto tutti, e ci diamo appuntamento a giugno. Per maggio per motivi personali si salta.
1 Maggio 2019 alle 13:19 |
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.