:: Peste, Alfredo Colitto, (Piemme, 2014)

by

colitto pesteA Napoli nel 1655 regnano gli spagnoli con un Vicerè. Almeno questo insegnano i libri di storia. I romanzi ci raccontano un’ altra storia, parallela, ma non per questo meno realistica, e così fa Peste di Alfredo Colitto, uno scrittore che ha sempre fatto della storia la trama dei suoi libri più famosi, unendo avventura, intrighi, affreschi sociali vividi e animati, personaggi ben caratterizzati, ad una facilità di scrittura naturale, che smussa l’ ostacolo maggiore dei romanzi storici, rendere la lettura scorrevole e fluida e soprattutto non noiosa. E se c’è un difetto che Colitto non ha è quello di essere noioso.
Peste è il seguito del breve La Compagnia della Morte, sempre edito da Piemme (consiglio naturalmente a tutti di leggerli in ordine) e ci porta, come se fossimo a bordo di una macchina del tempo, nella Napoli del 1655, tra conquistatori spagnoli, intrighi orditi dai francesi, e la peste (forse meno famosa della manzoniana del 1630 ) che devastò l’Italia da nord a sud, da Genova a Napoli, fino alla Sardegna. Ma come ogni narratore Colitto, sullo sfondo di grandi avvenimenti, ci parla di personaggi, di creature di carta capaci di farci appassionare alle loro avventure come la giovane Cecilia, figlia di saltimbanchi, e il pittore Sebastiano Filieri, uno dei tanti napoletani che partecipò alla rivolta di Masaniello.
Ma oltre a questo è lo sfondo sociale che arricchisce la trama, quel popolo costituito da Lazzari, poveri che campano in miseria contrapposti ai nobilastri spagnoli asserragliati nel lusso dei loro sfarzosi palazzi. Può una polveriera sociale tale durare a lungo? Certo che no, e infatti si sviluppano rivolte, nascono gruppi segreti, e sotto la guida di Masaniello d’Amalfi, un pescatore che accende gli animi contro gli invasori stranieri si scatenerà una rivolta chiusa nel sangue. Masaniello verrà ucciso, accusato di doppiogiochismo, e molti altri moriranno a causa di intrighi e tradimenti.
Ma gli spagnoli non sono solo minacciati dai napoletani, anche potenze straniere congiurano nell’ombra. Il francese duca di Guisa infatti intriga per conquistare Napoli e a questo punto inizia la nostra storia.
Il pittore Filieri membro della Compagnia della Morte che a causa di un intrigo rimane vedovo e perde l’unica figlia, dopo lo scioglimento della compagnia continua il suo lavoro di pittore. E proprio mentre sta affrescando il palazzo di un borghese molto arricchito incontra Cecilia, una guitta che tenta di nascondersi per sfuggire a coloro che hanno sterminato la sua famiglia, a causa di quello che ha udito a proposito di un intrigo che vede nuovamente coinvolto il duca di Guisa, sempre intenzionato a conquistare Napoli, questa volta con l’aiuto e la complicità di un signorotto spagnolo traditore. Cecilia dopo aver perso in un agguato madre, padre e fratello, si rifugia nel palazzo che Filieri sta affrescando, e il pittore per compassione e bontà d’animo, la nasconde e la protegge. Ma un bravo di Guzmán ha scoperto dove la superstite si nasconde…
Come in ogni romanzo di avventura, intrighi e colpi di scena non finiscono qui, e tra il desiderio di Cecilia di vendicare i suoi genitori, e gli ideali di Filieri che sembrano rinascere dopo i tragici fatti precedenti, scoppia la peste, e tra spie, patrioti, e sacrifici fino al prezzo della vita la storia si conclude lasciando nel lettore la sensazione di aver trascorso ore piacevoli e di aver chiuso davvero un buon libro.
Per chi ama i romanzi di cappa e spada di una volta, un po’ Il cavaliere di Lagardère di Paul Féval, un po’ Capitan Fracassa di Théophile Gautier, e le avventure storiche come la saga di Angelica di Anne e Serge Golon (anche qui l’ eroina scopriva una congiura che metteva in gioco ricchi e potenti). Ma forse anche per gli altri.

Alfredo Colitto affianca all’attività di scrittore quella di traduttore per alcune tra le maggiori case editrici italiane. I suoi thriller storici, Cuore di ferro (finalista al Premio Salgari), I discepoli del fuoco (finalista al Premio Azzeccagarbugli e vincitore del Premio Mediterraneo del Giallo e del Noir e del Premio di Letteratura Poliziesca Franco Fedeli) e Il libro dell’angelo (vincitore del Premio Azzeccagarbugli 2011), e La porta del Paradiso, il suo primo romanzo storico, sono stati tradotti in 7 lingue e pubblicati in 21 paesi all’estero.

Una Risposta to “:: Peste, Alfredo Colitto, (Piemme, 2014)”

  1. :: Peste, Alfredo Colitto, (Piemme, 2014) - SalernoRSS Says:

    […] A Napoli nel 1655 regnano gli spagnoli con un Vicerè. Almeno questo insegnano i libri di storia. I romanzi ci raccontano un’ altra storia, parallela, ma non per questo meno realistica, e così fa Peste di Alfredo Colitto, uno scrittore che ha sempre fatto della storia la trama dei suoi libri più famosi, unendo avventura, […] Articolo originale […]

Lascia un commento