Traduzione Fabio Cremonesi
Prima di cominciare Sartoria Los Milagros ho letto la biografia dell’autrice María Cecilia Barbetta – nata in Argentina, ma residente in Germania – e mi sono chiesta quanto la cultura berlinese potesse aver influito sulla trama di questa storia, perché se penso all’Argentina, subito mi corre alle mente la passionalità del tango e della gente che sta dall’altra parte dell’oceano. Passando poi a Berlino, dove ho passato una settimana nel 1999, mi salta subito nella memoria il rigore razionale che caratterizza la capitale tedesca. In questo caso ragione e sentimento– non me ne vogliano Jane Austen e i suoi seguaci per questo riferimento- convivono in perfetta armonia, dando vita ad una stuzzicante trama. Alla base della vicenda c’è una complessa e caotica storia d’amore a tratti così strampalata e surreale che spesso ho avuto la sensazione di trovarmi dentro una tipica telenovela del Sudamerica, anche se a dire il vero non ne ho mai vista una. La storia è ambientata in una via di Buenos Aires – Calle Gascón- dove ha le sue radici la Sartoria Los Milagros. Qui lavora Marianna Nalo che apprende l’arte del creare, cucire e rammendare abiti sotto la stretta sorveglianza della zia Milagros. Mariana è giovane, bella e innamorata di un certo Gerardo Botta che la lascia così, all’improvviso per raggiungere gli Stati Uniti d’America. La protagonista cerca di concentrarsi il più possibile sul lavoro, ma la sua mente corre sempre all’amato lontano, del quale non ha nessuna notizia, se non tre striminzite cartoline dalle quali emerge poco e nulla di quello che l’aitante giovanotto starebbe, e uso il condizionale, facendo. A distrarre un po’ Mariana dalle proprie preoccupazioni l’arrivo nella bottega di sartoria di Analía Moran. Lei, appassionata di numeri, è pronta ad unirsi in matrimonio con l’amato Roberto, ma per rendere il giorno del suo “sì” perfetto Analía incarica Mariana di sistemarle il prezioso abito da nozze di fattura italiana ereditato dalla madre. Mariana mette tutta sé stessa nel lavoro commissionatole da questa coetanea, per dare forma concreta al desiderio della cliente, ma lo scambio di ironiche battute con la madre e i pettegolezzi che scopre la zia si insidiano come un tarlo nella mente della protagonista, tanto che ad un certo punto Mariana si domanderà se tra il suo amato Gerardo e Roberto ci sia qualche legame. Amore, cuore, sospetti, tradimenti, lacrime e voglia di rivalsa animano la protagonista scaturita dalla penna della Barbetta, una giovane simpatica, passionale, dedita al suo lavoro, ma anche al dono completo di sé all’altro. Una sincerità che porterà Mariana a scontrarsi con un’amara verità. Una scoperta che non le impedirà di trovare un rinnovato coraggio per architettare una piccola rivincita personale. Nel libro c’è un altro aspetto curioso e simpatico, ed è quello caratterizzato dalle tante pagine colme di inserti grafici, disegni, miniature, fotografie e fumetti, tutti da ritagliare. Appena visti mi hanno ricordato quegli album da colorare con i quali giocavo da piccola, ma nel caso del libro della Barbetta oltre al “taglia e cuci” per divertimento del bricolage, devo dire che ad un’attenta osservazione ogni immagine è strettamente collegata a quanto accade a Mariana e al mondo che la circonda. Sartoria Los Milagros è il romanzo d’esordio della scrittrice argentina trapiantata a Berlino, nel quale l’autrice riesce a far convivere i desideri d’amore e le speranze deluse dalla cruda realtà, il tutto avvolto da un fantastica atmosfera da fiction tv latinoamericana che racconta a noi lettori le sfuggenti ambiguità del genere umano.
María Cecilia Barbetta è nata in Argentina nel 1972 e vive a Berlino. Nel 2008 ha esordito con il romanzo Änderungsschneiderei Los Milagros (Sartoria Los Milagros per Keller). Il romanzo è insignito nel 2008 del premio letterario Aspekte, nel 2009 con dell’Adelbert-von-Chamisso-Förderpreis e del Bayern 2-Wortspiele-Preis. Dal 2011 è membro del P.E.N. tedesco.
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