:: Le donne che pensano sono pericolose, Stefan Bollmann (Piemme, 2014)

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donne pericoloseLe donne che pensano sono pericolose, (Frauen, die denken, sind gefährlich und stark, 2012) di Stefan Bollmann, edito in Germania da  Elisabeth Sandmann VerlagMünchen, e in Italia da Piemme con traduzione di Cristina Proto e prefazione di Lella Costa,  già dal titolo, che si ricollega ad altri titoli dello stesso autore come Le donne che leggono sono pericolose, edito per Rizzoli nel 2007, ironizza con una certo teutonico pragmatismo sul fatto che pensare sia un’ attività rivoluzionaria, ancor più quando a farlo siano le donne (ma anche gli uomini che pensano fanno paura). Pensare spinge a prendere coscienza di sé, spinge a prendere coscienza dei propri limiti, delle proprie potenzialità. Chi pensa può arrivare a rivendicare diritti, a pretendere considerazione; pensare è dunque un’ attività che può spaventare i detentori del potere, dell’ordine sociale. Pensare inoltre è contagioso, chi pensa da l’esempio, si crea adepti, rende evidente che pensando si può raggiungere mete, obbiettivi concreti come hanno fatto le 25 donne di cui Stefan Bollmann traccia i profili in questo libro. Donne che se notiamo bene non hanno qualcosa di davvero eccezionale, donne comuni forse, donne come Margaret Thatcher che paradossalmente vedono nella casalinga con le sue doti di parsimonia, praticità, buon senso, l’ esempio migliore del saggio e assennato politico. Donne comunque anche dotate di doti eccezionali, donne coraggiose, come la giornalista russa Anna Politkovskaja, che pagando con la vita, (un killer l’aspettò davanti all’ascensore del suo palazzo e le scaricò addosso numerosi colpi di pistola) ha svolto l’incarico di corrispondente di guerra in una terra come la Cecenia, unica a farlo. Il saggio si divide in cinque capitoli: il primo intitolato Precorritrici di una nuova epoca, (Bertha von Suttner, Lou Andreas-Salomé, Ayn Rand, Simone de Beauvoir, Alva Myrdal, Margaret Mead, Hannah Arendt), presenta studiose della pace, psicanaliste, filosofe, sociologhe, antropologhe, politologhe, che con le loro scelte e con la forza e la determinazione del loro impegno hanno svolto un ruolo rilevante nel gettare le basi di una nuovo modo di concepire la donna e le sue potenzialità; il secondo capitolo Donne coraggiose nella scienza (Marie Curie e Lise Meitner, Emmy Noether, Rachel Carson, Cicely Saunders, Jane Goodall) presenta fisiche, matematiche, biologhe, medici che hanno appunto svolto un ruolo fondamentale nella scienza; il terzo capitolo Combattenti per i diritti delle donne (Olympe de Gouges, Emmeline Pankhurst, Simone Veil, Alice Schwarzer) presenta tre femministe e una politica che hanno lottato per i diritti delle donne, ma non solo, spesso non si considera che i diritti della donna, sono strumento di un’ estensione dei diritti di tutto il genere umano, senza distinzioni di genere; il quarto capitolo, Testimoni ribelli del tempo, (Oriana Fallaci, Susan Sontag, Anna Politkovskaja, Arundhati Roy, Marjane Satrapi), presenta alcune donne che nel giornalismo, hanno fatto la differenza; infine il quinto e l’ultimo capitolo Ascesa al potere (Indira Gandhi, Margaret Thatcher, Angela Merkel, Aung San Suu Kyi) presenta quattro donne che hanno ottenuto risultati a dir poco sorprendenti impegnandosi in politica (stranamente molte in partiti conservatori), a volte per caso come la stessa Merkel afferma. A ognuna di queste donne Bollman dedica qualche pagina, un breve sunto delle loro vita. In appendice per approfondire ci sono l’elenco di testi più specifici. Ma comunque il colpo d’occhio è notevole, ci presenta un sguardo panoramico sulle vite di donne così diverse, accomunate solo dalla convinzione che farsi limitare da preconcetti e luoghi comuni fosse inutile, tanto valeva scoprire dove con le loro forze sarebbero arrivate. E a quanto pare ben pochi traguardi sono davvero impossibili. Che sia di monito e d’esempio.

Stefan Bollmann ha studiato germanistica, storia e filosofia, con una tesi di dottorato su Thomas Mann. Insegna all’Università di Monaco. Tra le sue pubblicazioni, il bestseller Le donne che leggono sono pericolose (Rizzoli).

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