:: La penultima città, di Piero Calò (Las Vegas Edizioni, 2013)

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copLPC-479x700Dopo L’occhio del porco, (Instar, 2010), Piero Calò torna in libreria con La penultima città, edito da Las Vegas Edizioni, romanzo a dir poco stravagante e singolare, forse più per lo stile e il linguaggio, che per la trama (piuttosto prosciugata) che si colloca infondo sul solco del romanzo dispotico classico.
Abbiamo una società futura, proiezione della nostra, solo forse più distorta e mostrata nelle sue degenerazioni più eccessive; abbiamo nuove strutture di potere, nuove dislocazioni territoriali, maxischermi sparsi per le vie che richiamano (forse) gli schermi posizionati nelle abitazioni di 1984 di Orwell, l’abolizione del denaro sostituito da una forma di baratto che idolatra l’ oro, da accumulare per potere evadere dai confini opprimenti delle proprie città, per soggiorni, quanto mai utopici, nelle isole felici della Giolla Unita (ironico e beffardo corollario dei nostri soggiorni turistici in centri vacanza esotici e costosi).
Il tutto condizionato da una tensione continua, un pericolo incombente, che si materializza tramite bombe che esplodono ogni giorno, bombe di cui si è persa memoria della ragione e manco più ci si interroga su chi sia a posizionarle o fabbricarle. Come se la storia passata non avesse insegnato niente (rimando alla vecchia che sul finale ride) e proprio la sua inutilità sembra essere il fulcro rugginoso di questa feroce satira travestita da beffa, burla, scherzo. Non c’è progresso, in questo immaginario futuro,  solo involuzione, forse regressione, declino. Critica al decadimento della società occidentale? Chissà. Da sempre la fantascienza tende a parlarci del nostro presente, a volte mascherandolo con congegni ipertecnologici,  solo proiezione di quello che davvero diventerà parte del nostro vissuto, in uno scarto temporale quasi preveggente.
Come dicevo è comunque il linguaggio, la sua parziale destrutturalizzazione, il suo utilizzo disinvolto capace di creare una verve comica di sottofondo, (il tono beffardo è continuo) in cui paradossi, neologismi, scollegamenti logici, causano nel lettore una sorta di vertigine, che a volte si estremizza in un vero non senso. E proprio in questi blackout, che forse si rifanno alla nobile tradizione del teatro dell’assurdo, ironia e comicità a volte si intrecciano, facendo esplodere (inaspettate) sonore risate.
Ambientato a Torello, (che chissà perchè storpiavo in continuazione in Torino, oh il simbolo di Torino è proprio un toro, perdonatemi) il romanzo, coralmente inteso come una messinscena quasi teatrale di personaggi bizzarri che si incontrano e si scontrano, ha per protagonisti principali Nino Flora, disoccupato cronico protagonista di surreali colloqui di lavoro, Giona Paraponzi (ponzipo, scusate non ho resistito), tipo grezzo e che riserverà sorprese, la bella Michela Gang Bang, badassa dell’Hotel Gramsci, bordello cittadino, Serena, segretaria della Beni Vizi e Servizi, e molti altri minori, ma non meno gustosi e interessanti.
E vogliamo parlare del culto tributato a Questo, Codesto e Tale, spuria trinità? Ha molto del romanzo sperimentale, a volte di difficile decriptazione, quasi parlasse una lingua da iniziati, La penultima città, ma comunque il divertimento è assicurato e l’originalità che racchiude potrà senz’altro stupire e interessare anche i lettori più raffinati.

Piero Calò è nato il 7 maggio 1969 a Manduria di Taranto e si è trasferito a Torino nel 1992. Nel 1999 ha pubblicato il saggio Gola profonda – la pornografia prima e dopo Linda Lovelace, (Lindau) un’analisi del cinema “underground” e della rivoluzione sessuale in Italia a partire dagli anni ’70.
Il suo romanzo d’esordio, L’occhio di porco, è uscito per i tipi di Instar nel 2010. Nel 2011 ha partecipato alla raccolta di racconti Sangu – racconti noir di Puglia (Manni). A fine 2013 l’autore pubblica il secondo romanzo, La penultima città (Las Vegas edizioni).
Calò ha collaborato con varie riviste cinematografiche e musicali, e con il Museo del Cinema di Torino dove si è occupato di marketing. Attualmente gestisce EMOTICOM, una cartolibreria molto colorata.

Una Risposta to “:: La penultima città, di Piero Calò (Las Vegas Edizioni, 2013)”

  1. La penultima città su Liberi di scrivere - Las Vegas edizioni Says:

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