:: Marmellata d’arance, Rosalia Messina, (Arianna, 2013) a cura di Diego Di Dio

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marmellataFabrizia ha trentadue anni.
Nella sua vita ci sono state parecchie perdite, ma la più dolorosa è quella più recente: Bianca, la nonna che si è sempre occupata di lei. La nonna che l’ha cresciuta, accudendola con la sua saggezza, la sua calma, la sua intelligenza.
“Marmellata d’arance” è il monologo lungo e sofferto della protagonista, che in occasione del funerale della nonna, trova l’occasione di immergersi di nuovo nel passato. Il passato, come si sa, è un vendicatore silenzioso e ponderato, che alla fine porta sempre il conto. E questo conto è salato, ed è fatto di voci che si rincorrono, di ricordi vividi, di emozioni che riemergono dal mare della memoria, da questioni in sospeso che forse non troveranno mai una soluzione.
La scrittura di Rosalia Messina, che io già ho avuto modo di apprezzare, in questo romanzo breve trova la sua compiuta evoluzione. È una scrittura raffinata, ma non pomposa. Una continua ricerca verso il modo più diretto ed elegante per descrivere un’emozione, una situazione, un evento. Per raccontare le amicizie dell’infanzia, una madre sempre assente, una famiglia sui generis, la vita che cerca un senso.
Come confessa l’autrice, per lavoro lei scrive in “giuridichese”. Ma, come è evidente, per passione no. La sua scrittura non ha nulla del formalismo esasperato e del tecnicismo del linguaggio giuridico. Come spesso accade, gli studi e il lavoro non hanno scalfito il nocciolo più duro della passione letteraria. La scrittura come catarsi, la narrativa come “oasi di libertà”. La prosa di Rosalia Messina è bella, come bella sa essere la scrittura: raffinata, elegante, colta.
“Marmellata d’arance” è un romanzo mainstream che, per certi versi, mi ha ricordato Margaret Mazzantini: l’uso della prima e della seconda persona singolare rafforza lo scorrere di questo monologo che si fa dialogo, di questa voce che si fa grido silenzioso mentre Fabrizia, come una marionetta mossa da fili che non può controllare, ripercorre le strade, i posti, i visi e i nomi che sono stati il suo passato. Fino alla conclusione, in cui finalmente ogni tassello sembra trovare il proprio posto, e sembra aprire uno spiraglio verso il futuro.

Rosalia Messina (Palermo, 1955) vive e lavora a Catania. Ha esordito nel 2010 con una raccolta di racconti Prima dell’alba e subito dopo, edito da PerroneLab.

2 Risposte to “:: Marmellata d’arance, Rosalia Messina, (Arianna, 2013) a cura di Diego Di Dio”

  1. Avatar di Rosalia (Lia) Rosalia (Lia) Says:

    Grazie soprattutto per avermi accostata alla Mazzantini, una scrittrice che amo!

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