Traduzione dal bulgaro di Sibylle Kirchbach
Ned e Ango Banov sono due fratelli bulgari. E fin qui tutto bene. Le loro vite sembrano trascorrere nella norma fino a quando un giorno dagli Stati Uniti d’America ricevono una misteriosa scatola nera, dentro alla quale sono custodite le ceneri del padre. L’uomo, un eminente docente matematico emigrato in America, con la passione per i numeri e per la bottiglia, è morto in modo misterioso. Popov compie un salto temporale di quindici anni e ci mostra, da una parte, il razionale e calcolatore Ned (Nedko in bulgaro) trasferitosi negli U.S.A. dove si è affermato come uomo di successo a Wall Street. Dall’altra parte, c’è il più impulsivo e squattrinato Ango (Angel all’anagrafe) che, messa da parte la non proprio eccellente carriera di editore e un matrimonio fallito, parte con la sua una Green Card per l’America, raggiungendo il fratello a New York,dove si manterrà portando a spasso i cani dei ricchi newyorkesi. Tutto procede nella monotona quotidianità di ogni metropoli, ma all’improvviso la vita dei due fratelli cambierà: Ned avrà una sorta di sogno-visione premonitore con il mitico broker Soros e sarà spedito per ragion lavorative nella terra natia – la Bulgaria- dalla quale aveva desiderato tanto andarsene. Ango, rimasto solo a New York, si troverà invischiato in una faida tra band di dog-sitter e scoprirà la verità sulla morte del padre. I cani volano basso di Popov sembra una storia umoristica per il costante stile ironico e sagace che mantiene viva l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina, ma ad una riflessione post-lettura ci si accorge che è proprio grazie all’ironia che Popov riesce a compiere un’indagine nella realtà sociale nella quale i due fratelli vivono, mostrando quali sono le insidie e i pericoli presenti nel mondo capitalistico. Il sorriso è l’elemento che crea nel libro di Popov un’atmosfera divertente dove si evidenziano gli aspetti più grotteschi dell’umanità. Nel libro si alternano le vicende di Ned e Ango: dagli spuntini consumati nei cimiteri abbandonati in Bulgaria, alle multe newyorchesi per non aver raccolto gli escrementi dell’amico a quattro zampe, passando per incontri amorosi all’aperto con l’incombente arrivo delle forze dell’ordine sul più bello e misteriose pompe di benzina gestite da uomini con la saggezza d’altri tempi. In ogni situazione la comicità, il pericolo, la suspense e il dramma s’intersecano in perfetto equilibrio dimostrando come i due fratelli siano sì lontani fisicamente, ma empaticamente legati. Da queste strampalate e surreali avventure e visioni del mondo da due punti di vista diversi i “Banov brothers” usciranno spesso ammaccati, ma con una maggiore consapevolezza su quali siano i veri sentimenti che contano nella vita. La storia creata da Popov è una sorta di altalena che dall’alto si muove verso il basso e viceversa, in un’oscillazione tra povertà e fortuna che toccherà da vicino entrambi i protagonisti. La vicenda de I cani volano basso scorre via veloce in un rocambolesco turbine di eventi descritti dall’autore bulgaro con un sapiente tono umoristico, un espediente stilistico che gli serve per dimostrarci come Ned e Ango ad un certo punto della loro esistenza, quando sembrano non avere ben chiare le idee sul futuro, saranno chiamati a fare i conti con il proprio passato. Non importa se la coppia Banov non ha chiaro da subito il modo in cui dovranno confrontarsi con il loro vissuto, perché Popov ci dimostra che prima o poi il faccia a faccia con quello che è avvenuto si manifesta e l’abilità sta solo nel capire (i fratelli lo fanno con coraggioso e simpatico eroismo) come affrontare l’avversario.
Alek Popov nasce a Sofia nel 1966, si laurea dapprima in Lingue e culture antiche, poi in Lingua e letteratura bulgara presso l’Università di Sofia. Pubblica la sua prima raccolta di racconti The Other Death nel 1992 e a questa seguiranno altre sei raccolte; il suo primo romanzo Mission: London, edito nel 2001 si basa sulle colorate impressioni raccolte nell’Ambasciata bulgara del Regno Unito ed è stato definito e lodato come il più divertente libro bulgaro contemporaneo per la sua sarcastica visione dell’élite dei diplomatici bulgari. Ha vinto numerosi premi letterari tra cui il National Radio’s Pavel Veshinov Award per il miglior racconto giallo; il Graviton Award per la miglior “science fiction novel”; il Raško Sugarev Award per il miglior racconto; il Prize Helicon per il miglior libro in prosa dell’anno; e di recente il National Prize for Drama Ivan Radoev.
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