L’ultima paziente (Los padecientes, 2010), romanzo di esordio dello scrittore argentino Gabriel Rolón, edito in Italia da Piemme e tradotto da Mariana E. Califano, è un thriller psicologico con le cadenze del noir che arriva da noi dopo essere stato un clamoroso successo in patria, in testa alle classifiche per settimane, ed essersi guadagnato la pubblicazione in diversi paesi, non solo del Sud America.
Siamo abituati a storie incentrate sulle figure di poliziotti, investigatori privati, giornalisti, l’originalità di questo romanzo è che troviamo protagonista assoluto uno psicanalista, che indaga sì su un delitto, ma da un punto di vista privilegiato – l’autore innanzitutto è uno psicanalista lui stesso- interessandosi principalmente agli stati d’animo, alla psiche dei personaggi in cui è racchiusa la verità che ossessivamente ricerca.
Le sfumature noir sono date dalla sofferenza e dall’angoscia che tanto lo affascinano e rendono molto meno ovvio il classico meccanismo delitto-colpevole. La verità in questo caso infatti non è un catartico allentamento della tensione narrativa, sorta di rassicurante ed edulcorato happy ending, capace di rovinare per implausibilità molti ottimi romanzi, ma più che altro un’amara riflessione sulla natura umana, sul fatto che le vittime spesso non siano così innocenti, e sul concetto stesso di innocenza.
Siamo a Buenos Aires, forse la più europea città del Sud America: vie spaziose, parchi alberati, palazzi d’epoca, caffè eleganti. Pablo Rouviot, abile psicanalista, autore di saggi di successo che gli hanno dato una certa notorietà, vive un periodo di solitudine, dopo l’abbandono della sua donna, Alejandra. Anche se un’altra assenza rende più profonda l’angoscia che lo accompagna, forse più discreta, sfumata, ma altrettanto dolorosa. Da quando è morto suo padre infatti la solitudine è più difficile da tollerare, più cattiva. Comunque è un serio professionista, i suoi problemi personali non influenzano il suo lavoro di terapista, il suo ottimo rapporto con i pazienti.
Una sera una donna si reca nel suo studio. Si chiama Paula Vanussi. Il cadavere di suo padre, un potente uomo d’affari, è appena stato rinvenuto in avanzato stato di decomposizione, in un laghetto vicino alla sua villa. La morte sembra dovuta ad accoltellamento, e del delitto si è dichiarato colpevole, con una confessione scritta, suo fratello Javier, un ragazzo con seri disturbi psichici. Da quando è morta sua madre, Paula si occupa sia di lui che della sorella Camila e ora vuole che Pablo diventi perito di parte nel processo per omicidio che si svolgerà nei confronti del fratello. Vuole che dichiari al giudice la sua incapacità di intendere e di volere, per evitargli il carcere.
Pablo si prende il suo tempo per decidere e nonostante non sia uno psicologo forense, inizia a fare qualche ricerca per scoprire che la vittima non era affatto una persona irreprensibile, anzi era invischiata in traffici poco leciti dai quali provenivano il suo denaro e il suo potere, e inoltre era un pessimo padre, marito, essere umano. Molti insomma potrebbero avere avuto una ragione per ucciderlo, ragione per cui la colpevolezza del ragazzo non è così sicura, come anche pensa il vicecommissario Bermudés incaricato delle indagini. Ma per averne la certezza Pablo deve riuscire a parlare con Javier, in coma farmacologico dopo un tentato suicidio. Purtroppo però il suo impegno suscita l’aperta ostilità di gente molto pericolosa che arriva a farlo minacciare. Cosa c’è sotto? Scoprire la verità diventa per Pablo Rouviot l’unica possibilità per non perdere la stima di sé stesso.
Diviso in quattro parti – la chiamata, la decisione, la ricerca e la verità – L’ultima paziente è un romanzo innanzitutto capace di creare una forte empatia con il protagonista, caratteristica che rende la lettura interessante e piacevole. Rolón sa rendere infatti il personaggio molto umano e sfaccettato. Ci si immedesima facilmente con il suo punto di vista e ciò aiuta a vedere il mondo con i suoi occhi seppure la narrazione sia in terza persona. L’amore per la verità, l’onestà di fondo, il coraggio che manifesta arrivando a sfidare apertamente persone che potrebbero ucciderlo, aggiungono sfumature in più senza delinearci i contorni di un uomo abituato a trattare con i delinquenti, che accoglie le minacce con una scrollata di spalle.
E’ un uomo qualunque, un buono infondo, ma credibile, onesto, ragionevole. Mi ha ricordato in un certo modo il Lew Archer di Ross Macdonald, immerso in una storia familiare piena di violenza e di dolore. Dal sole della California al cielo terso di Buenos Aires, il passo è breve ma il complotto che lega medici, avvocati corrotti, e poliziotti rassegnati ai raggiri dei potenti, regge tutta l’intelaiatura, senza sbavature o scolorimenti della trama.
Gabriel Rolón è nato a Buenos Aires nel 1961. Laureato in Psicologia all’Università di Buenos Aires, si è specializzato in psicanalisi, dedicandosi prevalentemente alla cura di nevrosi, psicosi e perversioni. Ha collaborato per 14 anni a un noto programma radiofonico, Noche de diván e attualmente conduce il programma televisivo Terapia, un “divano mediatico” in cui psicanalizza personaggi famosi. Ha pubblicato diversi saggi di grande successo, l’ultimo dei quali ha venduto 120.000 copie. L‘ultima paziente è il suo primo romanzo.
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