:: Recensione di I Segreti del Mar Rosso di Henry de Monfreid (Addictions-Magenes Editoriale, 2007) a cura di Davide Mana

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mar rossoPoco noto in Italia, celebrato e popolarissimo in Francia, Henry de Monfreid è stato uno dei grandi avventurieri del ventesimo secolo.
Di buona famiglia, con una buona cultura ed un’ottima mano come pittore (il padre era pittore a sua volta), insofferente delle regole della borghesia francese della Belle Epoque, de Monfreid si trasferisce giovanissimo a Gibuti, con l’idea di avviare una attività come commerciante di cuoio e pellami.
Ma la situazione prende ben presto una piega inaspettata, e il giovane prima si dedica alla pesca delle perle, e successivamente si ricicla come contrabbandiere di armi e stupefacenti, come spia – prevalentemente al soldo delle autorità francesi – e come esploratore sui generis.
I segreti del Mar Rosso è il primo dei tre volumi di memorie di de Monfreid pubblicati in Italia da Addictions-Magenes Editoriale, ed è una lettura interessante sia dal punto di vista storico e antropologico, che più semplicemente sul piano avventuroso.
Le vicende di de Monfreid sono narrate con un linguaggio che alterna brani nervosi e impressionisti a lunghi e dettagliati passaggi descrittivi – dei luoghi, delle persone, delle vicende politiche.
L’alternarsi di differenti stili è probabilmente legato al fatto che gran parte del testo è il prodotto di diari, lettere e appunti dell’autore – e quindi il ritmo si adatta al momento, alla situazione.
Forse non sempre una lettura facile, ma una lettura certamente molto soddisfacente.
Ciò che ne risulta è infatti una grande avventura, ma anche un ritratto di prima mano, e quantomai pragmatico, di quel colonialismo europeo del ‘900 che spesso viene dimenticato.
De Monfreid è certamente un personaggio sopra le righe, ma che non esagera nel descrivere il proprio ruolo nello svolgersi degli eventi, e non sottrae spazio ai propri compagni d’avventura o ai propri interlocutori per costruire il proprio mito personale.
Che tuttavia è presente – e de Monfreid è a tal punto “romanzesco”, nel proprio ruolo di avventuriero dilettante, da essersi meritato persino una comparsata, in vesti piratesche, nei fumetti di Tintin, di Hergé.
Una lettura consigliata agli appassionati di narativa avventurosa, a chi si interessa di storia, a chi ama il mare, e chi vuole confrontarsi con una autobiografia decisamente eterodossa.

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