
Siamo arrivati a giugno, ormai l’estate e alle porte, cosa c’è di meglio da fare che guardarsi intorno per scegliere qualche libro da portare al mare o in montagna. O da leggere in treno o in metropolitana andando in ufficio, perchè no. Spulciando sui siti dei vari editori, nelle newsletter, nei siti di vendita online vi segnalo i libri che mi hanno maggiormente incuriosito e che spero di leggere. Consideratelo un prossimamente.
Inizio senz’altro da Joyland di Stephen King edito da Sperling & Kupfer, solo in cartaceo, niente ebook per precisa volontà del Re che sostiene così di aiutare i piccoli librai americani già in ginocchio per la crisi. Ho letto già qualche recensione sparsa nei blog e sembra che sia un libro da non perdere, non un horror classico ma un libro in bilico tra la ghost story, l’indagine gialla e il romanzo di formazione. Poi devo capire che fine ha fatto il seguito di Shining. Indagherò.
Estate 1973, Heavens Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo di personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw, che gli affitta una stanza, ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in bolletta come lui e ben presto inseparabili amici; dall’ultranovantenne proprietario del parco al burbero responsabile del Castello del Brivido. Ma Dev scopre anche che il luogo nasconde un terribile segreto: nel Castello, infatti, è rimasto il fantasma di una ragazza uccisa macabramente quattro anni prima. E così, mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i bambini con il suo costume da mascotte, Devin dovrà anche combattere il male che minaccia Heavens Bay. E difendere la donna della quale nel frattempo si è innamorato.
Un altro romanzo che ho la sensazione sia da non perdere è I ragazzi Burgess di Elizabeth Strout, questa volta edito da Fazi. L’ho trovato segnalato su giornali e riviste e leggere la trama mi ha spinto a chiedermi qualcosa dell’autrice: americana, nata a Portland, vincitrice del Premio Pulitzer per la narrativa con Olive Kitteridge (2008). Una storia di famiglia americana. Il 5 luglio Elizabeth Strout sarà a Capri per partecipare al Festival Le Conversazioni. Lo recensirà per noi Viviana Filippini.
Questo è il sito dell’autrice: http://www.elizabethstrout.com/
I ragazzi Burgess, come vengono chiamati Jim, Bob e Susan, sono nati a Shirley Falls, nel Maine, e sono cresciuti in una piccola casa gialla in cima a una collina, in un angolo di continente appartato. Da adulti si sono allontanati, ognuno a scacciare il ricordo di un antico dramma familiare mai spento. Lassù è rimasta solo Susan, mentre gli altri due vivono a Brooklyn, New York. Nei Burgess si possono scorgere tre anime distinte e tanto diverse che è quasi impensabile immaginarli nella stessa foto di famiglia. Eppure, quando inizia questa storia, Susan chiama e chiede aiuto proprio a Bob e Jim: suo figlio, loro nipote, è nei guai. E allora non solo i tre fratelli sono costretti a riavvicinarsi, a dividere la preoccupazione e a tentare di ricomporre un trauma che alimenta ogni minima increspatura della loro intimità, ma sono anche travolti da una rivoluzione privata che implica, per tutti, il progetto di una nuova vita.
Tornando al giallo, questa volta poliziesco non può mancare una veterana come Anne Holt, l’autrice di gialli più famosa della Norvegia, con il suo La ricetta dell’assassino edito da Einaudi.
Quando Brede Ziegler, cuoco celeberrimo, viene assassinato, l’ispettore Billy T. e la squadra Omicidi si trovano a svolgere un’indagine che si rivela ogni giorno più complessa. Ricco, ambizioso e spietato, Ziegler aveva troppi nemici per individuare con sicurezza un sospetto. Anzi, forse due sospetti, visto che l’uomo è stato per cosi dire ucciso due volte: con un pregiato coltello da cucina la prima, con un farmaco in dose letale la seconda. Ci vorrebbe Hanne Wilhelmsen per orientarsi fra testimoni reticenti, contrabbando di vini, eredità milionarie, malavita organizzata e un passato oscuro… Ma Hanne è ancora in lutto per la morte della sua compagna e non è sicura di volere – o potere – riprendere l’esistenza di prima. Così fra interrogatori, perquisizioni e colpi di scena, prende corpo l’indagine più difficile: quella per distinguere apparenza e realtà, per comprendere chi siamo dietro la facciata che offriamo al mondo.
Infine un poliziesco tutto italiano, di una scrittrice napoletana forse più conosciuta all’estero che in Italia, in Germania è una sorta di star, parlo di Diana Lama con il suo L’anatomista edito da Newton Compton. Che dire d’altro buona lettura.
Su uno scoglio del lungomare di Napoli viene ritrovato il corpo nudo e mutilato di una giovane donna. Un macabro rituale che ha già fatto più di una vittima. Una squadra di profiler, guidata dallo psichiatra Tito Jacopo Durso, sta indagando sul caso ed è alla disperata ricerca di qualche indizio sull’assassino, ribattezzato dalla stampa come l’Anatomista. Alla sua équipe la polizia ha deciso di affiancare una psicologa, Artemisia Gentile, esperta nella cura di vittime di abusi e maltrattamenti. Artemisia è una donna molto speciale: il suo passato nasconde un tremendo segreto, che la rende vulnerabile ma anche estremamente intuitiva. Mentre la Squadra brancola nel buio, sarà proprio lei a scoprire sui corpi delle vittime un inquietante messaggio lasciato dall’Anatomista. Un piccolo ma determinante particolare che le accomuna tutte. E quando l’assassino sequestra altre giovani donne, continuando a perseguire il suo raccapricciante disegno, Durso decide di usare proprio lei come esca…
9 giugno 2013 alle 7:58 |
tutti curiosi, ma la Strout….quasi quasi
9 giugno 2013 alle 8:44 |
marieclaire lo definisce un capolavoro. 🙂
15 giugno 2013 alle 7:17 |
i fratelli Burgess son qui qui e saranno letti dopo Tarantino…ergo recensione per i nostri lettori e poi vediamo che ne pensano coloro che lo leggeranno