:: Recensione di La meraviglia della vita, Michael Kumpfmüller, Neri Pozza 2013 a cura di Viviana Filippini

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la_meraviglia_della_vita_02Di solito di uno scrittore si conoscono le opere pubblicate in vita o dopo la sua morte.  Ed è proprio grazie a quei libri che noi lettori ci addentriamo nell’universo di un autore, in questo modo oltre a concerei le storie che l’artista delle scrivere ci racconta attraverso le parole, entriamo in contatto con i suoi pensieri, le  riflessioni e le opinioni sugli elementi che hanno ispirato un romanzo, ma che in molti casi hanno anche influenzato il corso di una vita. Poi compaiono dei libri – non sempre autobiografie- che ci raccontano la dimensione esistenziale più privata di chi, nel corso della sua esistenza, ha fatto dello scrivere non una semplice passione, ma un vero e proprio lavoro. Ne La meraviglia della vita, edito da Neri Pozza, Michael Kumpfmüller fa compiere a noi lettori un viaggio indietro nel tempo, nei primi anni ’20 del Novecento, alla scoperta dell’ultimo periodo di vita dello scrittore praghese Franz Kafka. Il romanzo biografico è un intenso ed elegante ritratto della relazione tra l’autore de La metamorfosi e Dora Diamant, la figlia di un commerciante ebreo ortodosso di una comunità chassidica che dopo la morte della moglie si trasferì a Będzin. Le tre parti tramite la quali Kumpfmüller ha concepito il suo lavoro mi hanno ricordato gli atti di una tragedia caratterizzata da un crescendo emotivo che culmina sì con il fine tragico, ma che alo stesso tempo ha in sé qualcosa di pacifico. Nel libro cronaca c’è l’Arrivare, ossia la comparsa di Kafka nella località di Muritz dove sua sorella Elli è in vacanza con le figlie, ed è proprio qui che il “Dottore” conoscerà Dora Diamant. Tra lo scrittore già sofferente di tubercolosi, ma finalmente lontano dalla città e dai tanti sanatori dove è stato ricoverato, e la giovane cuoca della Casa del popolo nascerà prima un‘amicizia, che un po’ alla volta si trasformerà in una vera e propria attrazione reciproca vissuta dai due con educazione ed eleganza. L’atto secondo è lo Stare, dove Kafka e la sua donna vivono nella Berlino degli anni ’20 senza essere sposati e senza che i genitori di lui conoscano questa realtà. La convivenza è segnata dalla povertà, ma soprattutto dalle ansie e paure dell’insuccesso che tormentano Kafka tanto quanto la malattia che lo sta distruggendo in ogni fibra. Lo scrittore nativo di Praga nonostante sia molto debilitato nel fisico ha una forza interiore che lo spinge a  continuare a scrivere e a vivere il sentimento che lo lega a Dora. Tra i due non si creerà solo uno scambio di affetti, ma anche un passaggio di valori culturali. Lui dona alla donna amata il suo “sapere letterario” e lei lo ricambia con il dono di “sapere religioso ebraico”. Purtroppo la felicità non durerà per sempre e il peggiorare delle condizioni di salute del Dottore portano il lettore ad addentrarsi nella terza ed ultima parte  – Partire– dove Kumpfmüller ci racconta la permanenza in sanatorio di Kafka. Qui lo scrittore sarà assistito con amore da Dora e dall’amico medico Robert Klopstock in un lento percorso di progressivo spegnimento dell’alito vitale determinerà la fine di Kafka, rendendo per sempre vano il progetto concordato con Dora di raggiungere la terra di Palestina. Attenzione! In La Meraviglia della vita il lettore non compirà un viaggio dentro le opere di Kafka, anche se esse aleggiano nella trama, senza essere mai essere le dirette protagoniste della vicenda, perché  l’intento di Kumpfmüller è quello di raccontare – e ci riesce con garbo ed equilibrio – una storia vera evidenziando la forza del sentimento d’amore che legava Dora Diamant a Kafka e che permise a quest’ultimo di vivere in serenità l’ultima parte della sua tormentata e dolorosa esistenza. Traduzione Chiara Ujka.

Michael Kumpfmüller è nato a Monaco di Baviera nel 1961 e vive a Berlino. Autore dei romanzi Durst e Hampels Fluchten, lavora come giornalista freelance per le testate tedesche «Die Zeit», «Süddeutsche» e «Frankfurter Rundschau».

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