:: Il rivoluzionario, Valerio Varesi, (Frassinelli, 2013) a cura di Viviana Filippini

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rivoluz«Verrà il tempo che gli uomini da cani torneranno lupi. Liberi e padroni di sé», concluse Oscar. Quella sera andarono a letto sereni. Un monito e una speranza sono i sentimenti in questa frase di Oscar Montuschi, l’ex-partgiano protagonista de Il rivoluzionario di Valerio Varesi. Dopo La sentenza, romanzo ambientato durante la guerra partigiana, il giornalista piemontese torna in libreria con il suo personale pellegrinaggio nella Storia d’Italia con un libro ambientato nell’Italia tra l’immediato dopoguerra e i primi anni ‘80. Il romanzo è la ricostruzione della storia del movimento politico comunista attraverso lo sguardo e il vissuto di un uomo comune, Oscar Montuschi, impegnato con i compagni nella ricostruzione italiana dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Quello che colpisce in questo libro è la fede costante e continua di Oscar nell’ideologia comunista più pura, quella che vuole uguaglianza e giustizia per tutti, quella che propone un modello di società dove non ci sono padroni e le persone vengono considerate nello stesso identico modo. Questa passione politica di Oscar sarà costretta a scontrarsi con una realtà – quella italiana- i cui fatti nel corso del tempo dimostreranno il progressivo allontanamento del PCI italiano dai valori originari di parità e bene comune, dando il là ad alleanze politiche ed economiche inconcepibili e inaccettabili per un purista come Oscar. Montuschi e i suoi compagni assisteranno ad importanti trasformazioni nel territorio dello stivale (la ricostruzione, il boom economico, l’imporsi sempre maggiore del capitalismo, il terrorismo imperante tra anni Settanta e Ottanta) provando nel loro animo un’amara delusione per l’allontanamento del partito dai suoi principi d’origine. Proprio a conseguenza di questo deterioramento del PCI, Oscar accetterà di compiere missioni fuori dalla città di Bologna, alla ricerca di quelle parti del globo terrestre dove è ancor a possibile far valere gli insegnamenti di equità comune e uguaglianza. Oscar finirà prima a Milano, poi in Russia e pure in Africa. Una serie infinita di viaggi dai quali tornerà ammaccato fisicamente, ma più ferito nel morale umano e politico, per la scoperta che un po’ ovunque anche l’ideologia più pura costretta ad adattarsi alle esigenze della nuove ere storiche perde la sua natura primordiale, segnando la fine di un periodo. L’Oscar Montuschi di Varesi è rivoluzionario e allo stesso tempo –concedetemelo- eretico, perché a differenza di molti altri personaggi che incrocia sul suo cammino, lui continua a credere nei valori più puri del comunismo. Ad assistere a tutto questo accanto a Oscar, nel bene e nel male, ci sono Italina, moglie, amica, compagna fedele e confidente e il taciturno Dalmazio, il figlio della coppia. Il giovane sarà coinvolto in un introverso conflitto con il padre, una relazione costruita con sapienza da Varesi che attraverso i silenzi e le azioni del ragazzo, ci rivela quanto l’ammirazione di un figlio per il padre possa influenzare l’agire e il pensiero di un giovane nato e cresciuto nel dopoguerra. Valerio Varesi con Il rivoluzionario ci regala un excursus lucido sulla storia italiana mostrandocela dal punto di vista di un uomo comune –Oscar- che mantiene fede nei principi politici ai quali è stato educato, nonostante i fatti storici dimostreranno il cambiamento e la contaminazione del movimento nel quale lui ha sempre militato. A dispetto del disinganno provato,  il rivoluzionario Oscar e i suoi pochi amici svilupperanno nella società bolognese cooperative e progetti sociali concepiti sui valori più veri del comunismo, creando piccole realtà comunitarie dove non ci sono né servi né padroni, né manager ad imporre la loro visione lavorativa su quella degli altri colleghi. Arrivati alla fine de Il rivoluzionario non si ha solo la certezza di aver conosciuto una parte del travagliato cammino della ricostruzione d’Italia, ma si scopre che in Oscar e nella moglie Italina permane come un fuocherello eterno, la speranza che il popolo prima o poi prenderà piena coscienza di sé facendo la rivoluzione.

Valerio Varesi è nato a Torino nel 1959 da genitori parmensi. Cresciuto nella città emiliana ha studiato Filosofia a Bologna, laureandosi con una tesi su Kierkegaard. Dal 1985 fa il giornalista e lavora nella redazione de La Repubblica di Bologna. Romanziere eclettico, è il creatore del commissario Soneri, protagonista dei polizieschi che hanno ispirato le tre serie televisive Nebbie e delitti con Luca Barbareschi (distribuite negli Stati Uniti). I romanzi con Soneri sono stati tradotti in tutto il mondo e nel 2011 l’autore è stato finalista al “CWA International Dagger”, il premio internazionale della narrativa gialla. Dopo, La sentenza, romanzo sulla guerra partigiana, Varesi continua la propria personale ricognizione della Storia con il rivoluzionario. Per saperne di più www.valeriovaresi.net

3 Risposte to “:: Il rivoluzionario, Valerio Varesi, (Frassinelli, 2013) a cura di Viviana Filippini”

  1. Avatar di marco fassari marco fassari Says:

    Ho letto con passione questo libro che ripercorre una ampia fetta della nostra storia contemporanea in maniera disincantata, cogliendone i tratti più veri e fondamentali. Emerge, via via che le pagine scorrono veloci fra le dita, un desiderio di voler raggiungere un bene comune partendo dai più poveri , senza imporre un’ideologia , ma cercando con tutte le forze di proporla nella sua purezza più profonda. Bello e disarmante !!

  2. Avatar di Viviana Viviana Says:

    ciao Marco grazie del tuo commento ci fa molto piacere averti tra noi a presto e buona lettura

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