Ciao Marcello, sappiamo sei reduce della vincita della Sessantesima edizione del Premio Bancarella con il tuo romanzo Il mercante di libri maledetti (Newton Compton, 2011) e per noi di Liberi di Scrivere è un vero piacere ospitarti e fare due chiacchiere con te
Potrà sembrare banale, ma come ti senti ad aver vinto il “Premio Bancarella”?
Ho tagliato un traguardo che non mi sarei mai sognato di raggiungere. Ma come sono soltito reagire di fronte a ogni nuovo successo (e il Mercante me ne ha portati molti), vivo questo straordinario momento con l’umiltà di chi si trova di fronte a una nuova sfida, guardando avanti senza montarsi la testa.
Questo premio che valore ha per te per il tuo libro, visto che la prima pubblicazione è stata fatta in Spagna?
È l’ennesima conferma di aver scritto qualcosa che piace. Già essere stato accettato da un grande editore come Newton Compton, per poi riscuotere un largo interesse nei lettori, me ne aveva dato la certezza. Il Bancarella conferisce tuttavia al mio lavoro un valore aggiunto, mi ha reso più consapevole e maturo. E di questo sarò sempre riconoscente a tutti i librai indipendenti che hanno scelto di votarmi.
Cosa ti ha ispirato la storia de Il mercante di libri maledetti?
Volevo scrivere un medieval thriller “svecchiando” i moduli del romanzo storico e allo stesso tempo riprendendo i meccanismi narrativi del genere avventuroso-cavalleresco, con un occhio sempre puntato sul gotico, sul feuilleton e sull’amore per i libri.
Quanto ha influito sulla stesura del romanzo la tua esperienza di archeologo e di bibliotecario?
Moltissimo. Sono solito fare tesoro di tutto ciò che imparo e trasmettere le mie passioni nelle storie che scrivo.
Protagonista della ricerca del misterioso libro trafugato è Ignazio da Toledo, a chi ti sei ispirato per creare la sua figura?
A un’idea. Ignazio da Toledo incarna la curiositas, uno dei peccati più gravi nel Medioevo, ma non solo. L’uomo curioso tende a porsi domande, quindi a disobbedire e a uscire dagli schemi. Ecco, quindi, come la curiositas possa diventare la chiave di una trama avventurosa. E Ignazio da Toledo, in qualità di suo protagonista, discende da una lunga stirpe di eroi seriali che vanno da Sherlock Holmes a Fantômas.
Che funzione hanno le figure del giovane Uberto e di Willalme che accompagnano il protagonista nella grandiosa avventura?
Quella di creare, tutti insieme, il prototipo dell’uomo perfetto. Se Ignazio da Toledo incarna il “genio per l’intrigo”, Uberto rappresenta la schiettezza e Willalme la passione.
Il mercante di libri maledetti è diviso in sei parti. In base a quali principi hai scelto i titoli per ognuna delle sezioni?
Semplicemente, cercando di riassumere gli argomenti principali contenuti in ogni capitolo. Esclusi i primi due, in ogni titolo compaiono nomi di angeli ribelli, a ognuno dei quali la tradizione enochiana attribuisce il dominio di una particolare arte occulta. Unite insieme, queste quattro “dottrine angeliche” porteranno a ricostituire l’insegnamento perduto dell’Uter Ventorum, un leggendario manoscritto di contenuto esoterico.
Al centro del tuo romanzo c’è l’Uter Ventorum un misterioso libro che affascina e intimorisce alla stesso tempo. Cosa rappresenta per chi lo desidera?
Per Ignazio da Toledo, l’Uter Ventorum rappresenta il pungolo della curiosità e l’opportunità di ampliare la propria conoscenza. Per la Sainte Vehme, il tribunale segreto sulle tracce del mercante, questo libro sarebbe invece il mezzo per soddisfare la sete di dominio. In sostanza, ci troviamo di fronte alla dinamica “potere vs intelletto”.
Uter Ventorum, può essere un esempio di pseudobiblion (libro mai scritto, ma citato come vero) sulla scia del Necronomicon spesso considerato da Lovercraft e di “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Calvino?
L’Uter Ventorum è a tutti gli effetti uno pseudobiblion, ovvero un libro che esiste soltanto perché menzionato da altri libri, proprio come il Necronomicon, ma anche come il luciferino Delomelanichon, oppure Le Nove Porte di Aristide Torchia o l’Enciclopedia galattica citata da Isaac Asimov. Ne consegue un’affascinante considerazione: nel momento stesso in cui qualcosa viene menzionato, questo qualcosa inizia a esistere, almeno in potenza, e a prendere forma nella nostra mente. Quindi, se un libro viene descritto da altri libri, possiamo davvero essere certi che non esista?
A quando la prossima avventura di Ignazio da Toledo?
Il sequel de Il mercante di libri maledetti uscirà in libreria il 4 ottobre 2012 e s’intitolerà La biblioteca sotterranea dell’alchimista. Titolo eloquente. Ma ancora prima, a fine luglio, uscirà sempre per Newton Compton, primo della collana Originals, un mio romanzo a puntate in formato ebook dal titolo Rex Deus. L’armata del diavolo. Si tratta di un’avventura ambientata nel pieno Cinquecento, tra corsari ottomani, battaglie navali e segreti occulti.
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