Ottobre 1943, un ragazzo intraprende un viaggio che dalla fredda Trieste lo porterà in Sardegna fino a Nuoro. Vincenzo Chironi, questo il suo nome, dopo un’ estenuante traversata in barca mette piede a terra nel porto di Olbia. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale. Vincenzo ha l’età per esser chiamato al fronte, eppure non viaggia come soldato. Ma non è nemmeno un disertore, un partigiano. È un semplice cittadino, che si è messo in cammino per andare incontro al proprio destino.
Vincenzo cresce e studia in un orfanotrofio di Trieste. È stato lasciato lì in tenerissima età dalla madre. Di lei ha qualche ricordo annebbiato, nulla di più. Un giorno arriva un notaio che gli comunica la vera identità del padre: un eroe della prima guerra mondiale, ucciso mentre compiva il suo dovere, di Nuoro. Al piccolo Vincenzo la Sardegna sembra ancora troppo lontana. La sua vita è lì, in istituto. Perché dovrebbe andare alla ricerca dei suoi parenti rimasti in vita?
Dovranno passare anni prima che Vincenzo si decida ad andare alla scoperta delle proprie radici.
Arriva così a Nuoro, dove di parenti gli sono rimasti solo il vecchio nonno e la zia vedova. I Chironi appartengono a una stirpe recente di Nuoro. Sono benestanti, la miseria della guerra non sembra aver scalfito la loro ricchezza. Eppure non sono felici. Di una grande famiglia sono rimasti solo due membri. Il fato e la morte si sono portati via un pezzo dopo l’altro fino a lasciare solo un anziano fabbro che vive di ricordi e una triste donna alla quale hanno ucciso marito e figlia davanti agli occhi.
L’arrivo di Vincenzo stravolge completamente le loro vite. La felicità di ritrovare un parente, di cui non conoscevano nemmeno l’esistenza, porta un’irrefrenabile voglia di ricominciare, di provare ad essere nuovamente felici.
Quel nipote perfetto era stato il germoglio che convince il giardiniere a salvare l’ intera pianta quando ormai la credeva perduta[1]. E all’inizio è proprio così. Grazie a Vincenzo l’officina di famiglia riapre. Il nonno riprende il suo lavoro e la zia ha finalmente qualcuno di cui prendersi cura. Passa qualche anno e Vincenzo si sposa con la bella e giovane Cecilia. Se si trattasse di una fiaba questo sarebbe il momento del E vissero tutti felici e contenti. Ma la vita non è sempre una favola. Ad alcune persone non è riservato il lieto fine. Quando tutto sembra andare per il meglio ecco che il destino bussa alla porta di Vincenzo per fare i conti anche con lui. Nemmeno lui può scampare al tragico fato dei Chironi, destinati ad essere ricchi ma non felici.
A far da sfondo alle tristi vicende dei Chironi è una Sardegna del secondo dopoguerra dilaniata dalla miseria, dalle cavallette e dalla malaria. Una Sardegna che prova a rialzarsi in piedi, proprio come i Chironi. Ma se il destino dell’isola è quello di riprendersi lentamente, quello della famiglia è invece quello sì di rialzarsi, ma per precipitare poi nell’abisso più profondo.
Marcello Fois, finalista al Premio Strega di quest’anno, ci racconta di un uomo che va incontro a un ineluttabile destino. Se inizialmente Vincenzo sembra sfuggire ad esso rimanendo in orfanotrofio per qualche anno, la voglia di conoscere il suo passato, di scoprire le proprie radici, lo porteranno in Sardegna dove il suo destino si compirà. È già stato scritto tutto. Vincenzo non può far altro che mettersi in viaggio e andare incontro a quello che la vita ha riservato a lui.
Nonostante le tragedie, nonostante le perdite, la sofferenza e la violenza con cui il fato dei Chironi si compie, una speranza c’è. E quella speranza si chiama Cristian.
[1] Marcello Fois, Nel tempo di mezzo, Torino 2012, pag. 177
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