:: Recensione di Il caso Maloney La prima indagine dell’ispettore Joe Faraday di Graham Hurley (TimeCrime, 2012)

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Il ruolo di Faraday non era un tassello del puzzle, ma l’intero maledetto puzzle. Era suo dovere completarlo, mettere insieme i pezzi, far sì che dal caos comparisse l’ordine, e più lo faceva più era difficile non pensare che fosse impossibile. Essere un buon ispettore significava imparare a sopravvivere in uno stato di assedio costante – non solo dei criminali ma anche dei superiori. E in guerra, come Faraday stava cominciando a capire, nessun piano prevede contatti con il nemico.

Portsmouth. Urbanizzazione selvaggia, degrado, povertà, violenza, traffico di droga, il cuore nero di un’ Inghilterra in declino e in avanzato stato di disgregazione. L’ispettore Joe Faraday si sveglia una mattina e viene mandato sulla scena di un delitto. Il nome della vittima è Sammy Spellar. Testa fracassata a calci. Presunti colpevoli il figlio e il nipote Scott di colpo ottimo candidato a lavorare come informatore della polizia nella lotta contro uno spacciatore locale Marty Harrison quanto di più simile a un re della droga Portsmouth potesse offrire.  Ma ciò che davvero tormenta Joe è la scomparsa di Stewart Maloney anche se sa che la priorità per le persone scomparse, era data a quelli che venivano considerati particolarmente vulnerabili: anziani, giovanissimi e persone con problemi mentali. Un divorziato  di mezz’età che aveva perso il compleanno della figlia non pareva rientrare in nessuna di quelle categorie. Tuttavia l’immagine che lo tormentava più di tutte era la figlia di Maloney, Emma. Per fare quello che aveva fatto – prendere un bus, trovare un commissariato, e denunciare la scomparsa di suo padre – ci voleva grande coraggio oltre che semplice disperazione. Doveva a quella ragazzina la speranza di un lieto fine.
Così inizia Il caso Maloney La prima indagine dell’ispettore Joe Faraday (Turnstone, 2000) di Graham Hurley edito in Italia da TimeCrime marchio di proprietà della Fanucci Editore e tradotto da Mara Bevilacqua primo episodio di una lunga e fortunata serie di crime che ha al suo attivo ben dodici volumi e una trasposizione televisiva.
Accolto dalla critica decisamente con entusiasmo è un poliziesco di solida struttura piuttosto lento nella parte iniziale che comunque inizia a prendere velocità, destando curiosità e interesse, quando il protagonista inizia ad interessarsi della scomparsa di un uomo, Stewart Maloney, docente a contratto all’università, specializzato in arti figurative in particolare nel disegno, un uomo piuttosto anonimo con il tipico viso perfetto per una pubblicità di sigarette francesi. La denuncia fatta dalla figlia Emma di otto anni innesca nella sua mente la necessità di indagare su questa scomparsa, mettendo da parte casi anche più importanti perché  c’è un momento, in ogni indagine, in cui l’intuito comincia a trasformarsi in convinzione e lui sapeva che quello era uno di quei momenti. Aveva trovato un movente oltre ogni ragionevole dubbio. Dove quel movente poteva portare era ancora una congettura, ma era comunque un indizio.
La struttura poliziesca, in cui l’indagine è il motore portante della storia, si inserisce in un’ ottima e realistica descrizione dell’ambiente  e della mentalità,  grazie a una ricostruzione dettagliata dell’Inghilterra contemporanea a mio avviso la parte più riuscita del romanzo. Il protagonista Joe Faraday è un bel personaggio, caldo, umano, corretto, per il quale si prova spontanea simpatia. Vedovo, vive un rapporto toccante con il figlio JJ, un ragazzo sordomuto, con il quale ha creato un originale metodo di comunicazione che ora vuole conquistare la sua indipendenza e piano piano si allontana da lui. Poi c’è il sergente Cathy Lamb, leale e affidabile moglie di un poliziotto con il vizio del bere, e Paul Winter con una filosofia piuttosto disinvolta, una incapacità congenita di attenersi alle regole e una forte tendenza ad usare gli informatori  al limite del lecito e anche oltre.
Un bell’ affresco corale di personaggi delineati con accuratezza e un’ indagine che porta alla soluzione del caso superando ostacoli interni e esterni al sistema. Riuscito il contrasto tra natura incontaminata e decadenza urbana.

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