:: Intervista con Alessio Puleo

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copertina_LonganesiCiao Alessio, benvenuto su Liberidiscrivere e grazie per aver accettato questa intervista. Presentati ai nostri lettori. Parlaci dei tuoi studi, della tua infanzia, della tua famiglia. Chi è Alessio Puleo?

Ho 29 anni, sono nato in un piccolo paesino in provincia di Palermo, Cinisi, dove tutt’ora vivo e lavoro. Mi sono diplomato geometra, ma nella mia vita non ho mai fatto nulla di attinente al titolo acquisito. Da piccolo odiavo le classiche recite scolastiche di fine anno, e stranamente, con il passare del tempo mi sono ritrovato a lavorare in uno dei teatri più prestigiosi di Palermo, con il titolo di “attore professionista”. Sono il più piccolo di tre fratelli, e per evitare il problema del “sono senza lavoro”, i miei genitori hanno aperto una pasticceria attualmente gestita da me e i miei fratelli. La “gente” dice che Alessio Puleo è un matto che non si ferma davanti a niente e che riesce a fare mille cose contemporaneamente. Ovviamente la cosa non può che farmi piacere. Attualmente gestisco la pasticceria di famiglia, lavoro in teatro…e scrivo libri(di notte). 

Raccontaci del tuo debutto, della tua strada verso la pubblicazione. Come hai conosciuto l’editore Ottavio Navarra?

Quando venni a conoscenza della storia di Mimma Lupo, capii di avere tra le mani qualcosa di unico e speciale: una storia che non poteva essere dimenticata. Decisi così di metterla nero su bianco con la speranza di riuscire a farne un film. Dopo quattro intensi anni di lavoro fatti di studi e interviste varie, riuscì a terminare la sceneggiatura e cominciai a proporla ad alcune case di produzione cinematografica. Il progetto fu subito preso in considerazione da diverse case di produzione, ma trattandosi di un film in costume, i costi di produzione erano parecchio alti e la cosa ebbe qualche difficoltà a partire. Nel frattempo pensai che in qualsiasi modo questa storia doveva arrivare alla gente e così, decisi di lanciare il progetto in forma editoriale avvalendomi della collaborazione del mio caro amico Filippo Vitale. In breve tempo, la trasposizione letteraria della sceneggiatura fù terminata e cominciai a proporre il romanzo ad alcune case editrici. Tra queste, c’era la “Navarra Editore” capitanata da Ottavio Navarra con cui ho sin da subito instaurato un rapporto amichevole: decisi così di pubblicare questo favoloso romanzo con il loro marchio. 

Come è nato in te l’amore per la scrittura, quando hai deciso di mettere nero su bianco le tue riflessioni? 

L’amore per la scrittura, è nato con la mia infanzia e con precisione all’età di 17 anni. Quella per cui ero più portato, era la scrittura cinematografica, e appassionato dall’idea di mettere “in scena” la biografia “movimentata” di un diciassettenne, cominciai a scrivere i vari episodi comici della mia infanzia. Ovviamente il tutto era arricchito dalla presenza di un vasto gruppo di amici con cui ho condiviso momenti di pura felicità. Ne uscì fuori un lavoro abbastanza carino, ma nessuno a quei tempi prese in considerazione la proposta di un diciassettenne. Dopo qualche anno di tentativi che consistevano nel cercare di convincere qualche produttore, mi arresi e accantonai il progetto “chiudendolo nel cassetto”. Però, l’idea di scrivere maturava in me sempre di più e stavo sempre alla ricerca di storie da raccontare fino a quando incontrai Domenica Lupo, detta “Zia Mimma”. 

Parlaci della tua infanzia, già da ragazzo amavi leggere magari romanzi d’avventura, fumetti?

Adoravo i fumetti, cominciai con Topolino fino ad arrivare ai classici della Marvel. Riuscivano ad immergermi in un mondo tutto mio, dove i cattivi venivano sempre puniti dai diversi super eroi. Poi cominciai a leggere i fantasy, triller (come i piccoli brividi), quelli di attori comici e con il tempo cominciai a leggere di tutto, indipendentemente dal genere che li distingueva.

Parliamo del tuo lavoro di scrittore. Vuoi descriverci una tipica giornata di lavoro ?

Tipica giornata da scrittore? In effetti non credo di averla mai avuta. I miei molteplici impegni non mi permettono giornate di routine. Di giorno lavoro nella pasticceria dei miei genitori, la sera prove di teatro con i miei colleghi…e di notte, quando gli amici lo consentono vado a dormire.

Quando scrivo? Esattamente tra una cosa e l’altra, dedico alla scrittura tutto il giorno, ma non in modo esclusivo.

C’è qualcuno che ti ha particolarmente aiutato all’inizio della tua carriera che vuoi ringraziare?

Beh..direttamente non ringrazio nessuno, ma indirettamente vorrei ringraziare Leonardo Pieraccioni che con i suoi film mi ha sempre emozionato, tanto da “smuovere” in me la voglia di scrivere con la speranza di poter anch’io trasformare un giorno le mie “emozioni” in film.

Sei siciliano? Raccontaci un po’ qualcosa della tua Sicilia. E’ una terra che ami con i suoi colori, i suoi sapori, le sue contraddizioni?

Si, sono un siciliano orgoglioso di esserlo! La Sicilia è la mia terra, se sono ciò che sono è anche grazie al terreno in cui vivo. Purtroppo gli aspetti negativi che la coinvolgono sono tanti ma gli aspetti positivi sono anche di più. Il suo calore, la sua accoglienza, i tantissimi splendidi luoghi presenti,  fanno di lei una terra unica e speciale.

Zia Mimma è un personaggio singolare, come l’hai conosciuta, come hai pensato di scrivere la sua storia ne “La mamma dei carabinieri”?  

Nel 2001, decisi di prestare il servizio di leva nell’Arma dei carabinieri. Fu proprio in quell’anno che ho conosciuto Zia Mimma, durante uno dei miei servizi di vigilanza svolti davanti casa del buon giudice Paolo Borsellino. Lei abitava proprio di fronte quella casa e al primo giorno di servizio mi si presentò davanti, con il cappello dell’Arma e i gradi sulla giacca. Inizialmente pensavo fosse fuori di testa, ma quando cominciò a parlare, capii che quella donna  ragionava perfettamente bene. Tutti le portavano rispetto: dai gradi semplici, agli ufficiali. Lei ci stava sempre accanto, ci dava consigli…e anche rimproveri. Stava con noi 24 ore su 24, sotto il sole, sotto la pioggia. Ci comprava sempre di tutto: caffè, thè, panini…e tanto altro ben di Dio. Fu proprio per questo che è stata da noi ribattezzata con il nome di “Mamma dei carabinieri”. Si comportava come una vera mamma, e per tutti quei giovani carabinieri provenienti da altre regioni e quindi lontani dagli affetti familiari, lei era un vero punto di riferimento con cui confidarsi e chiedere consigli. Io intuì subito che alla base di questo suo comportamento c’era qualcosa sotto, e così domanda dopo domanda, in quelle sei ore giornaliere passate insieme a lei, scoprii cos’era che la spingeva a fare tutto questo: un’incredibile storia d’amore con un brigadiere dei carabinieri, cha cominciava nella Palermo degli anni 30. Decisi che quella storia non poteva andare persa quando un giorno lei se ne fosse andata per sempre: era una storia che tutti dovevano conoscere!                       

Ci sono progetti cinematografici al riguardo?

L’idea del progetto cinematografico non mi ha mai abbandonato. Parallelamente al lancio del progetto editoriale, ho sempre continuato a lottare per far partire anche il progetto cinematografico. Al momento, il progetto è nelle mani di un’importante produzione cinematografica e la regia è stata affidata al noto regista Giorgio Serafini ( regista delle fiction “Orgoglio”, “Gente di mare”, “Il bene e il male”, “Il falco e la colomba”).

 Hai subito suscitato l’interesse di molte testate giornalistiche, di programmi televisivi e radio, come hai gestito quest’improvviso successo? 

Confesso che in un certo senso mi aspettavo che il progetto avrebbe avuto successo sin da subito, ma non mi aspettavo un successo così grande. Fortunatamente sono riuscito a gestire il tutto tranquillamente, perché la cosa che importa di più in queste situazioni, è continuare a essere se stessi e stare sempre con i piedi per terra.

E’ vero che quando eri nei carabinieri hai fatto funzioni di sorveglianza della casa del giudice Paolo Borsellino? Che ricordi hai di quel periodo?

Tengo a precisare che il mio periodo di servizio davanti casa Borsellino, risale al 2000: il “grande” giudice ormai non c’era più. Stare davanti quella casa lo consideravo un onore.  Bisognava stare sempre con gli occhi ben aperti, anche se ormai la mafia aveva preso ciò che voleva!

Rita Borsellino ha voluto scriverti la prefazione, avrete discusso del libro? Quali sono state le sue riflessioni? Vuoi parlarcene?

La Signora Rita, conosceva Mimma ma non conosceva il triste calvario che questa donna aveva vissuto. La prima pubblicazione del libro, era uscita senza prefazione. Portai subito una copia alla signora Rita e la richiamai dopo qualche giorno per chiederle un parere. Lei mi confessò che mai si sarebbe aspettata una storia del genere che allo stesso tempo l’aveva affascinata. Le chiesi se le andava di scrivermi la prefazione e lei accettò subito.

Borsellino, Falcone, Dalla Chiesa sono grandi personaggi nella lotta contro la Mafia, ma quanto conta il coraggio spesso sottovalutato di molti semplici Carabinieri? E’ a loro che hai dedicato il tuo libro?

Difficile dire a chi dedico il mio libro. La mamma dei carabinieri vuole essere una testimonianza del passato, è solo un racconto, ma in quelle poche pagine purtroppo abbraccia la realtà nuda e cruda di quei tempi. Ho cercato di evidenziare il mestiere dei carabinieri perché anch’io penso che sia sottovalutato. Sono uomini che devono essere lodati per la sola scelta di vita. È un mestiere rischioso. Quindi penso che il mio libro non sia stato scritto per loro ma con loro. È un omaggio per tutti coloro che credono nel coraggio che molti uomini hanno avuto per affrontare i mali della Sicilia, ma in realtà è dedicato a tutti coloro che non ci credono, infatti è dedicato a tutti i scettici, con la speranza che durante la lettura si possano riconoscere in qualcuno e magari cambiare idea.

Ultimamente un editore famoso ha ripubblicato La mamma dei carabinieri, vuoi parlarcene?

Nonostante il grande successo o tenuto con Navarra Editore, il libro era stato distribuito solo in Sicilia. Il compito che però mi ero prefissato, era quello di mettere questa storia a conoscenza di tutti gli italiani. Così un bel giorno ho deciso di rivolgermi al secondo gruppo editoriale italiano: Mauri Spagnol. Il gruppo ha subito creduto in me e ha acquisito i diritti del libro. Dal 13 Maggio il libro si trova in tutta Italia con marchio Longanesi. Di questo ne sono molto orgoglioso. È una bella soddisfazione soprattutto perché finalmente il libro ha distribuzione nazionale e tutti possono così conoscere meglio la stupenda e avvincente storia de “La mamma dei carabinieri”

Quali sono i tuoi blogs letterari più amati?

Non c’è un blogs che amo più degli altri. Sono tutti molto interessanti e spiccano per i diversi temi affrontati.

Conosci Liberidiscrivere? Ci leggi ogni tanto?

Certo che vi conosco, come potrei non farlo! Siete molto famosi. Penso che il vostro sito sia molto utile per la scoperta dei nuovi talenti e valorizzare chi davvero merita!

Parliamo di cosa ami leggere nel tuo tempo libero. Quali sono i tuoi autori preferiti? Cosa stai leggendo in questo momento?

Da bravo sostenitore del genere femminile posso dire che mi piace molto leggere i libri Oriana Fallaci, penso che sia stata una grande donna, sia per l’esperienze vissute sia per l’intelletto che la caratterizza. Per il resto mi piace leggere un po’ di tutto da Dan Brown, Ken Follet, Paulo Coelho a Massimo Gramellini. Per quanto riguarda il libro che sto leggendo attualmente la mia risposta è nessuno. Sto cercando di iniziare un terzo libro e non posso rischiare di lasciarmi influenzare da idee altrui.

Che consigli daresti ai giovani scrittori in cerca di editore? Si può vivere al giorno d’oggi solo di letteratura?

Consiglierei solo di credere davvero in qualcosa e non smettere di lottare neanche dopo averla ottenuta. La tenacia e perseveranza nel raggiungere un obiettivo sono di fondamentale importanza. Anche quando tutto và nel verso sbagliato dovete continuare a credere in voi stessi. Il traguardo è molto difficile da raggiungere ed infiniti saranno gli sforzi da impiegare ma se lo volete davvero … quel traguardo sarà la vostra ricompensa.

Quali sono secondo te le qualità tipiche di un buon scrittore? 

Le qualità dipendono dal tipo di romanzo che si vuole scrivere. Un bravo sognatore scriverà dei fantasy. Uno scienziato scriverà libri di cultura e così via. Credo che l’aspetto principale sia riuscire ad immergere il lettore nel mondo che noi abbiamo creato, in modo che si possa estraniare dal mondo reale, sfuggendo anche per un po’ dalla routine quotidiana.  

Raccontami un episodio bizzarro e divertente accaduto durante una presentazione del tuo libro.

Qualche giorno fa sono stato invitato a presentare il libro in un istituto alberghiero. Durante la mia entrata, mi sono ritrovato nel gran chiasso fatto dagli alunni. Il numero di alunni era di molto maggiore rispetto ad altre presentazioni fatte in altre scuole. Mi sono subito detto: “E chi mi ascolterà adesso?!”. Non appena ho preso parola per parlare del libro, è calato il silenzio assoluto: tutti ad ascoltare me! A fine presentazione, il preside sbalordito dal fatto che fossi riuscito a mettere in silenzio tutti fino alla fine, sapendo che nella vita lavoro anche nella pasticceria di famiglia, mi ha chiesto di fare un corso di pasticceria agli alunni perché nessuno degli insegnanti esterni era mai riuscito ad attirare così tanto la loro attenzione.

Come è il tuo rapporto con la critica? C’è una recensione che ti ha particolarmente fatto piacere leggere?

Per fortuna sino ad oggi non ho mai ricevuto critiche pesanti da digerire. Per quanto riguarda la recensione che mi è piaciuta di più, devo confessare che mi piacciono tutte, ogni volta che leggo il mio nome e il frutto del mio lavoro su un giornale nazionale e non, sono molto fiero.

Che rapporto hai con i tuoi lettori? Vi scambiate mails, lettere, molti sono diventati amici?

Grazie al mio sito ufficiale www.alessiopuleo.ite alla mia pagina di facebook ho l’occasione di parlare direttamente con i miei lettori. Ricevo tantissime lettere e mi piace rispondere sempre a tutti. Anche io da lettore, sarei felice di ricevere una risposta dal mio autore preferito: sarebbe il massimo! Quindi perché non regalare le stesse emozioni a chi crede veramente in me?!…lo meritano!

Raccontaci qualcosa del tuo prossimo libro “Il mio cuore ti appartiene”. Tratta il delicato tema dei trapianti, qual è il tuo punto di vista sull’argomento?

Questo è un romanzo adoloscenziale di genere comico-sentimentale. Attraverso un contesto piacevole e appassionante, ha il preciso compito di far capire ai giovani quanto sia importante diventare donatori di organi. L'Italia nonostante sia al secondo posto in Europa come alto numero di donatori, non riesce comunque a soddisfare il fabbisogno interno, per cui è davvero importante divulgare in qualsiasi modo questa campagna. Ho così pensato che l'unico modo far bene entrare questo messaggio nella testa dei giovani, era proprio quello di scrivere un romanzo giovanile, piacevole, appassionante e divertente…: quello che i giovani vogliono oggi, è proprio questo genere di storie. Nel mio piccolo, sono sempre stato un sostenitore di questa campagna per la donazione e un bel giorno, ho capito che per avere un buon riscontro bisognava lanciare un messaggio in modo indiretto, che avrebbe indotto inconsapevolmente la gente a rendersi conto di quanto è veramente importante donare.

Per finire raccontaci i tuoi progetti per il futuro.

Veramente non vorrei dirvi nulla in proposito. Sappiate solo che sto pensando ad un terzo romanzo e che sono molto determinato nel non fermarmi qui! Un grandissimo abbraccio a voi e a tutti i lettori di “Liberidiscrivere”.

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