:: Recensione di Un segreto non è per sempre di Alessia Gazzola (Longanesi, 2012)

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Seguito de L’Allieva, romanzo d’esordio di Alessia Gazzola pubblicato con notevole successo da Longanesi nel 2011, Un segreto non è per sempre segna il ritorno di Alice Allevi, un curioso miscuglio tra Temperance Brennan, più la Bones televisiva che il personaggio originale della Reichs e la svampita, bislacca e sentimentalmente disastrata Bridget Jones. Innanzitutto è bene precisare che non si tratta di un medical-thriller e tanto meno di un noir, fraintendimento forse anche indotto dal battage pubblicitario del precedente romanzo. Il mondo di Alice Allevi è un universo solare e luminoso in cui si respira un’ atmosfera naif molto più simile a quella che si respira ne Il favoloso mondo di Amélie che in quelle di un giallo tradizionale. I toni sono quelli della commedia brillante, l’umorismo è lieve e delicato mai volgare, lo stile è leggero, frizzante, brioso. La comicità disarmante della protagonista, frivola, goffa, teneramente innamorata cattura la simpatia del lettore nella misura in cui si è disposti a giocare e a passare ore di lettura spensierate. Niente forti emozioni, niente sesso, sangue e violenza per intenderci, se cercate un thriller medico è meglio che vi orientate su autori più ortodossi come Kathy Reich, Tess Gerritsen, o Patricia Cornwell, la Gazzola ha scritto un libro con il chiaro intento di divertire non di spaventare o shockare, la patina gialla, l’indagine, il delitto, perché qualcuno che muore in circostanze misteriose c’è, hanno una funzione marginale, accessoria. La vita sentimentale della protagonista ha un ruolo importante e non trascurabile anche credibile nella caratterizzazione di una ragazza della sua età insicura, romantica e idealista. La parte investigativa è sicuramente originale, scoprire indizi preziosi raccogliendoli dai libri immaginari di Konrad Azais farà la gioia degli appassionati di pseudobiblia. La parte tecnica- medica è accurata e il fatto che la Gazzola sia un medico dà sicuramente autorevolezza ad ogni riferimento. La continua elencazione di marche di profumi, Claudio usa solo Déclaration di Cartier, borse, accessori, prodotti alimentari dal pollo Amadori alla gomma da masticare Brooklyn, titoli di programmi televisivi, personaggi famosi, ha un chiaro intento comico anche se devo ammettere che un uso più moderato dell’espediente sarebbe stato più efficace. Non lessi L’Allieva scoraggiata da alcune recensioni che mi avevano presentato il romanzo troppo rosa per i miei gusti, poi la curiosità e la simpatia dell’autrice mi hanno convinto a leggere questo suo nuovo romanzo e devo dire che mi sono divertita, ho sorriso spesso, con leggerezza, semplicità. Il candore di Alice, il suo mondo pulito, mi hanno fatto tenerezza. Il finale, pur conclusivo, apre la strada ad una continuazione e sarà interessante vedere come evolverà il personaggio, e se l’autrice deciderà di mantenere il registro umoristico o lo lascerà in favore di componenti più decisamente drammatiche e gialle. Un medical thriller con ambientazione italiana, e una punta di cattiveria in più, scritto al femminile non mi dispiacerebbe. 

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